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La cecìna di Pisa vuole ottenere l’indicazione geografica tipica. E da Livorno c'è chi fa ironia: «E allora la torta?»

di Francesco Paletti
La cecìna di Pisa vuole ottenere l’indicazione geografica tipica. E da Livorno c'è chi fa ironia: «E allora la torta?»

La proposta del sindaco di Pisa: «I ceci dell’area pisana sono una tipicità e autenticità tutte nostre»

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CALCI. «I ceci dell’area pisana come produzione d’eccellenza e volano per arrivare al riconoscimento di indicazione geografica tipica per la cecìna del nostro territorio». Lo ha detto di nuovo Michele Conti. La prima volta era stato in piena campagna elettorale, il 9 maggio scorso, quasi alla vigilia del primo turno. Per farlo attese la visita del ministro Lollobrigida «La tipicità e l’autenticità delle nostre produzioni agroalimentari rappresentano un valore aggiunto che va difeso e tutelato – disse il sindaco nell’occasione-. Per questo abbiamo intenzione di avviare, prima sul territorio e poi con il ministero, un percorso condiviso per arrivare al riconoscimento Igp e alla tutela della cecìna, un simbolo povero ma autentico della storia enogastronomica pisana». In diversi sorrisero, pensando a una boutade elettorale. Ieri mattina, però, è tornato all’attacco.

L’occasione per farlo è stato l’accordo che porterà alla nascita del nuovo “Distretto rurale del Monte Pisano e della piana di Pisa”, sottoscritto nella cornice della Certosa di Calci da Conti, dall’assessore alla semplificazione amministrativa di San Giuliano Terme Gabriele Meucci, da quelle ad ambiente e agricoltura dei comuni di Vecchiano e Vicopisano, rispettivamente, Mina Canarini e Fabiola Franchi e da Massimiliano Ghimenti, sindaco di Calci, l’amministrazione che più ha spinto per arrivare alla nascita del distretto rurale che si propone proprio la realizzazione di iniziative di promozione e valorizzazione del territorio e della produzione agricola locale, capaci di coinvolgere sinergicamente più settori economici e intercettare finanziamenti. Quasi l’incubatore ideale, insomma, per dare le gambe al progetto per il riconoscimento dell’indicazione geografica tipica alla cecìna pisana, lanciato da Conti in campagna elettorale.

«La sinergia fra i cinque comuni di quest’area può davvero dare le gambe a percorsi di valorizzazione delle nostre specificità agricole ma anche enogastronomiche e dell’artigianato e il mio sogno è che possa dare una spinta importante pure per ottenere il marchio di riconoscimento per la nostra cecìna, realizzata con i ceci prodotti nella piana e l’olio dei “nostri” monti – ha ribadito, infatti, Conti – Magari a Livorno qualcuno si arrabbierà, ma auspico che venga portato avanti anche questo progetto»

Le reazioni al primo annuncio quello del maggio scorso costrinsero alla replica ironica ma pungente, il primo cittadino di Livorno Luca Salvetti: «Capisco che in campagna elettorale, a tre giorni dalle elezioni, un sindaco provi a conquistare della considerazione su tutti i fronti – disse nell’occasione –, detto questo non posso non dire che “la torta” e il “5 e 5” sono un’altra cosa e che questo prodotto è una specialità che viene consumata in tutto quel tratto di Mediterraneo che va da Marsiglia fino a Livorno». In attesa del secondo round di quello che è stato ribattezzato “il derby della torta”, gongola soprattutto il sindaco di Calci Ghimenti. La cecìna, però, non c’entra.

Felice soprattutto di veder giungere a compimento un percorso cui lavorava da tempo: «Sono contento vedere arrivare a compimento un progetto cui lavoravamo da tempo e di cui ci siamo fatti promotori, trovando da subito l’interesse e la piena sinergia dei comuni circostanti e di quello di Pisa in particolare che in questa fase ha accettato di svolgere il ruolo di capofila».

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