Il Tirreno

Pisa

L’intervento

Il campione di rally operato a Cisanello per tentare di salvargli le gambe

di Andreas Quirici
A destra il dottor Gaetano Liberti e l’ex campione del mondo di rally Tiziano Siviero a sinistra una veduta dell’ospedale di Cisanello a Pisa
A destra il dottor Gaetano Liberti e l’ex campione del mondo di rally Tiziano Siviero a sinistra una veduta dell’ospedale di Cisanello a Pisa

Tiziano Siviero, volto noto del rally, è giunto a Pisa dopo un incidente in moto. L’intervento eseguito dall’equipe del dottor Liberti, primario di neurochirurgia

12 ottobre 2022
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PISA.  Isola d’Elba, Pisa, Firenze. È la rotta che ha percorso l’ex campione del mondo di rally, Tiziano Siviero, dall’incidente in moto tra Portoferraio e Porto Azzurro del 22 settembre, all’unità spinale del Centro traumatologico ortopedico (Cto) dell’ospedale Careggi, dove il 65enne di Bassano del Grappa, per anni copilota del pluripremiato Miky Biasion, si sta sottoponendo a riabilitazione. In mezzo la tappa a Cisanello dell’Azienda ospedaliero universitaria pisana (Aoup), dove Siviero è stato preso in carico dall’equipe del dottor Gaetano Liberti, primario di neurochirurgia che, con due interventi complessi, gli ha permesso di poter guardare al futuro con maggiore ottimismo.

Medaglie migliori

«So che sta portando avanti la riabilitazione al Cto di Careggi, dove sono molto bravi – dice Liberti –. Per il momento, però, ha ancora difficoltà a muovere le gambe». Siviero ha ringraziato medici e infermieri di Cisanello per l’efficienza e la prontezza delle cure ricevute a Pisa. Parole che sono le medaglie più gradite per un personaggio importante come il primario di origini abruzzesi, a lungo in Germania, ad Aquisgrana per l’esattezza, e poi giunto a Pisa dove vive e lavora da tantissimo tempo. «I ringraziamenti dei pazienti o dei loro familiari sono impagabili – dice ancora il dottore – significa che hai fatto bene il tuo lavoro e, soprattutto, sei riuscito a calarti nei loro panni. Che per chi lavora in sanità è la metà del lavoro che ci spetta. Chi riceve una diagnosi pesante o è vittima di un incidente grave, è anche un genitore, un lavoratore, ha responsabilità enormi e pensieri che ti fanno impazzire quando sei su un lettino d’ospedale o in una sala operatoria. E dovrebbe essere la regola trattare tutti con umanità».

La forza del gruppo

Un’empatia non sempre riscontrabile nella sanità italiana in cui l’unità di neurochirurgia occupa il 18° posto nella classifica stilata dal Ministero in quanto a risultati ottenuti. Un risultato giudicato buono da Gaetano Liberti che, però, pensa soprattutto a consolidare un gruppo di medici capaci di fornire prestazioni elevate rispetto ai casi “normali” che si presentano in ospedale: «Ho sei chirurghi con tanta esperienza e giovani che stiamo preparando, ma che sono in grado di garantire standard molto alti. Poi ci sono quelli con competenze specifiche che intervengono quando ci sono casi davvero complessi».

Viaggio disperato

La ricetta è responsabilizzare i singoli del gruppo, in modo da offrire ai cittadini un’assistenza adeguata per interventi su tumori, emorragie, rotture ossee che incidano sul sistema neurologico. Come nel caso di Siviero, tamponato da un’auto mentre viaggiava su una moto. Un urto violentissimo che lo ha fatto sbattere prima sul vetro del Mercedes che lo seguiva e poi sull’asfalto. Quando l’ex copilota di Biasion (che in questo periodo gli è sempre stato vicino) è giunto a Cisanello con l’elisoccorso, la sua vita non era in pericolo. Ma le fratture spinali avevano causato contusioni al midollo. «In questi casi si deve raddrizzare la colonna e intervenire sulle strutture nervose – racconta il primario –. Si utilizzano viti per stabilizzare la spina dorsale. Ma si deve anche effettuare esami radiografici per capire se l’intervento sta avendo gli effetti sperati oppure no. In pratica, se la spina dorsale è nella posizione corretta».

Tempo dipendente

Ma è fondamentale la tempestività dell’intervento. Siviero, questo, lo deve aver capito e lo si intuisce dalla parola “prontezza” usata nel ringraziamento all’equipe di Liberti. «Questi tipi di traumi sono definiti “tempo dipendenti”, perché bisogna intervenire in fretta per evitare danni irreparabili», dice ancora il medico che cita il caso di un bambino operato pochi mesi fa: «Di solito i piccoli sono destinati all’ospedale Meyer di Firenze. Ma se nel tempo necessario al trasporto si ritiene possano nascere complicazioni, allora s’interviene subito. Nel caso di quel bambino con una grave emorragia cerebrale è andata così. L’ho operato e ora sta bene. Tanto che è tornato a giocare a calcio».

Tra Usa e Giappone

Un altro caso da citare è quello del dottor Riccardo Vannozzi, primario proprio di neurochirurgia di Cisanello, colpito da un’emorragia cerebrale e operato da Liberti nel 2019 che faceva parte della sua equipe, subentrandogli poi come responsabile dell’unità. Una tappa fondamentale del viaggio che ha portato Liberti a seguire Takanori Fukushima, il massimo esperto in neurochirurgia attraverso gli Stati Uniti e il Giappone: «Ho lavorato con lui per vent’anni ed è stato il mio maestro».
 

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