Piombino piange Tosca Nannini, l’ultima cassiera della mitica sala giochi Excelsior
Volto familiare a tanti ex ragazzini che hanno frequentato il locale di corso Italia
PIOMBINO. Quel nome scritto nel manifesto funebre è un colpo per tanti ex ragazzini piombinesi. Giusto un attimo per fare mente locale, tirare fuori i ricordi riposti in qualche cassetto della memoria. Poi, ecco che arriva la nostalgia. Inevitabile nostalgia. È morta Tosca Nannini, l’ultima cassiera dell’Excelsior, la mitica sala giochi di corso Italia. La donna che generazioni di ex ragazzini piombinesi ricordano nitidamente seduta davanti alla cassa. Chissà quante banconote da mille lire ha trasformato in gettoni.
Un passaggio necessario per saltare dalla realtà a una meraviglia fatta di giochi elettronici di prima generazione, pulsanti pigiati compulsivamente, mosse segrete e record firmati. Roba che nell’era dell’intelligenza artificiale e delle consolle ultra evolute pare preistoria, ma che all’epoca era il nostro mondo dei sogni. Aveva 78 anni Tosca. Non stava bene da tempo e da giorni era ricoverata in ospedale, dove è morta sabato scorso. Le sue condizioni, purtroppo, sono peggiorate nelle ultime ore fino a quando non ce l’ha fatta. Lascia il figlio Fabrizio, i familiari e tante persone che le volevano bene. Non solo. Lascia un dolce ricordo in tantissimi piombinesi che, generazione dopo generazione, hanno varcato la soglia dell’Excelsior.
La sala giochi aperta al posto dello storico bar del corso e chiusa con un colpo di saracinesca nel 2007, per lasciare spazio a un negozio di intimo. È il progresso, bellezza. Certo, si può capire. Ma i ricordi restano. E per questo a tanti ex dodicenni diventati adulti torna in mente il viso di Tosca, il suo modo di fare gentile che, quando serviva, si faceva risoluto e dritto come una spada. «Tosca, mi ha mangiato il gettone!». Chissà in quanti lo avranno detto, appellandosi alla clemenza della cassiera. Tre vite in più, un’altra partita. Ah, ma non provare a prenderla in giro. Non c’era verso. Tosca non abboccava e sapeva come fare. Del resto era allenata a dover gestire ogni giorno branchi di ragazzini chiassosi. Comunque era sempre meglio di Gano, che per anni ha gestito con lei la sala giochi, altro grande personaggio di una città che non c’è più. Lui, con quel modo di fare burbero, faceva più paura: «Non si frulla bimbi!», diceva solenne quando, al bigliardino, si sbracava e si facevano roteare le manopole (è vietato!) e le palline tra un colpo e l’altro volavano in mezzo al corridoio. Quello di Gano era un avvertimento. Meglio dargli retta, se non volevi trovarti all’improvviso a fare una vasca in corso Italia. Per oltre trent’anni quei fondi da alcune decine di metri quadrati in corso sono stati teatro delle meraviglie da una manciata di bit, luogo di aggregazione e palestra di vita. E poi quanti giochi. Dai primi arcade game di calcio, in pratica i nonni degli attuali Fifa e Pro Evolution Soccer, al basket Nba con Jordan e Shaq, al mitico Street Fighter, fino ai più evoluti Mortal Combat e Metal Slug. Basta chiudere gli occhi per sentire ancora il tintinnio dei gettoni che escono dalla cassa di Tosca, per correre indietro nel tempo. E per tornare a giocare, come si faceva da ragazzini.
Lunedì 17 marzo alle 10 la salma di Tosca Nannini sarà trasferita dall’impresa funebre Fuligni al tempio cinerario di Livorno, dove avrà luogo la cremazione.
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