Tunnel sottomarino tra Piombino e l’Elba, il segretario del Pd: “E’ fattibile”
De Rosas rilancia a sorpresa l’idea di Riccardo Cacelli, citando il tunnel più lungo del mondo costruito in Norvegia
Portoferraio. Il tunnel sottomarino tra Piombino e l’isola d’Elba sarebbe «in fin dei conti sostenibile e realizzabile». Così, come un fulmine a ciel sereno, l’idea della maxi infrastruttura, proposta ormai da anni dall’elbano Riccardo Cacelli che si spinse a dare forma a uno studio di fattibilità economica dell’opera, riemerge sorprendentemente dal fondale del canale di Piombino. Evidentemente indenne alle prese in giro e ai giudizi taglienti di chi fa notare come i costi dell’opera sarebbero enormi e, collegando sotto il livello del mare Piombino e Cavo (il punto più vicino al continente), si dovrebbero percorrere quasi 17 chilometri, quando il tunnel sottomarino più lungo del mondo (quello di Ryfylke, in Norvegia) arriva a 14,4 km. Vabbè, non ci fasciamo la testa prima di rompercela, direbbe il nonno saggio. Intanto il dibattito sul tunnel dell’Elba si infiamma beffardamente proprio nel giorno in cui i traghetti sono fermi per il maltempo. Ma la notizia vera è che a rilanciare il tema non è un utente social qualunque, ma il segretario della Federazione Pd Val di Cornia Elba Simone De Rosas, seguito a stretto giro da alcuni dirigenti elbani del partito: “Sì, idea interessante. Riuniamoci per discuterne”. Così, mentre sull’isola c’è chi si dispera per una strada di accesso collassata e chiusa e di un paese isolato (Rio Marina) e chi mugugna per una viabilità colabrodo (proprio oggi la Provincia ammette di non avere soldi per le manutenzioni), prende quota il mega progetto del tunnel avvenieristico più lungo del mondo. Insomma, dal Ponte dello Stretto al tunnel di Capo Castello il passo è breve.
Il segretario: «E’ fattibile»
«Faccio subito mea culpa: quando Riccardo Cacelli lo ha proposto e molto carinamente, anni fa, me lo aveva raccontato in una call, l’avevo bollato come infattibile. Più una battuta che una cosa seria. Ogni mareggiata, ogni rischio che qualcuno non possa viaggiare per salute, per lavoro, per studio, ho ripensato al tunnel tra Piombino e l’Elba». Così, di botto, il segretario della Federazione Val di Cornia Elba del Pd esce allo scoperto.
«Prima di Natale, con Cacelli e con Roberto Antonini abbiamo fatto una nuova call, un po’ più approfondita dell’altra, e la sua idea mi è parsa più attuale – scrive su Facebook il segretario – Con molti dubbi ancora, ma in fin dei conti sostenibile e realizzabile. Qualcosa che ormai nel mondo, soprattutto nel nord Europa, è all’ordine del giorno. Ho pensato ai pro e ai contro. Parto dai contro: andrebbe valutato con estrema accuratezza l’impatto ambientale della costruzione che non sarebbe banale; a luglio e agosto bisognerebbe limitare l’accesso di auto che potrebbero prendere d’assedio l’isola. Auto badate, non persone che potrebbero arrivare con un servizio efficiente di trasporto pubblico o misto pubblico/privato. Non me ne sono venuti in mente altri.
I pro stanno nella fine della condizione di marginalità dovuta all’insularità. Cambierebbe tutto. Sanità, servizi, scuola, costo delle materie prime, prodotti nei supermercati, costo della benzina. Questo per i residenti. Penso che cambierebbe tutto anche per il turismo e quindi per l’economia, per chi all’Elba ha deciso di investire e magari ora sta pensando di lasciare a causa di una stagionalità sempre più corta. L’Elba sarebbe davvero accessibile comodamente 12 mesi all’anno e credo che la bassa stagione farebbe un salto di qualità enorme».
Ad oggi l’Italia non dispone di un tunnel sottomarino. A Genova, tuttavia, una maxi opera è in procinto di partire. Si tratta del tunnel subportuale di Genova (3,4 km sotto il livello del mare per dare respiro alla viabilità cittadina), progettato da Renzo Piano nel 2003. Sette anni di lavoro, investimento stimato di 1 miliardo di euro e 5mila posti di lavoro garantiti per la realizzazione dell’opera. Collegare l’Elba attraversando il canale di Piombino sarebbe un’opera di gran lunga più importante di questa, sia dal punto di vista ingegneristico che economica. Intanto però, il dibattito si è acceso sull’isola. E l’opinione è divisa tra chi sogna un’isola più collegata, chi bolla senza mezzi termini il possibile progetto come irrealizzabile e chi teme che una volta collegata l’isola, diventando più accessibile, perderebbe il proprio fascino.
«Ho pensato anche alle cose che dicevo qualche settimana fa e cioè che io penso che nei prossimi anni, in inverno, noi avremo la garanzia solo delle corse sovvenzionate dalla Regione. Che sono poche per le nostre necessità, per la nostra vita. Il resto sarà anti economico e verrà tagliato.
Il costo: ho studiato un po’, secondo me potrebbe aggirarsi sui 600/700 milioni (ma non sono un esperto, ho preso ad esempio il Ryfylke tunnel norvegese di recente costruzione che è costato circa 700). 25/30 anni di fondi regionali per la continuità territoriale. Non molto, secondo me.
Tempi: una decina d’anni, per Ryfylke ne hanno impiegati 7 (in realtà sono passati 40 anni dal lancio dell’idea progettuale alla realizzazione in un paese all’avanguardia come la Norvegia ndr). I trasporti via mare potrebbero tranquillamente continuare, per chi vuole. Turisticamente è sempre bello arrivare via mare. O magari per alcune tipologie di merci, magari di notte. Quindi: mi piacerebbe aprire da subito una discussione politica/ambientale e istituzionale/tecnica sulla fattibilità di un progetto del genere inquadrato in una logica almeno regionale, non solo elbana. Mi piacerebbe parlarne con le ragazze e i ragazzi che dovranno vivere e lavorare sulla nostra isola nei prossimi decenni. Avere uno studio con dei dati potrebbe aiutarci in qualsiasi riflessione. Io credo che con l’ingegneria attuale e la tecnologia del 2025, non si possano avere gli stessi limiti di 50 anni fa”.