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Droga

Cocaina all’Elba, maxi operazione con 19 indagati. La banda scoperta anche simulando l’abbattimento di un cinghiale

Cocaina all’Elba, maxi operazione con 19 indagati. La banda scoperta anche simulando l’abbattimento di un cinghiale

Le sostanze stupefacenti provenienti in prevalenza dalla lucchesia: ecco come i carabinieri hanno scoperto il giro

29 agosto 2024
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PORTOFERRAIO. I carabinieri di Portoferraio, su disposizione della Procura di Livorno, hanno eseguito nella prima mattinata di oggi (giovedì 29) un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 persone, due cittadini albanesi e due italiani tutti tra i 39 e i 65 anni, indiziati dei reati di spaccio di sostanze stupefacenti.

Com’è partita l’indagine

In particolare i militari hanno dato esecuzione ad una custodia cautelare in carcere, a due obblighi di dimora con vincolo di permanenza notturna in casa e ad un divieto di espatrio disposti dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Livorno. L'indagine denominata ''Alba'' suddivisa in due principali filoni è stata avviata alla fine del 2020, dopo che un detenuto rientrato da un permesso premio, avvertiva nella notte un malore all'interno nel carcere Porto Azzurro, a seguito del quale veniva ricoverato all’ospedale di Portoferraio. Le cure del caso permettevano di rilevare la presenza nell'intestino del detenuto di un ovulo contenente cocaina accertata poi acquistata sul territorio isolano nel corso del permesso premio.

Droga dalla Lucchesia

Da qui sono partiti gli approfondimenti dei carabinieri, condotti in stretta sinergia con i colleghi del Nucleo investigativo di Livorno impegnati nelle operazioni di tracciamento monitoraggio e pedinamento dell'emissario albanese che dalla provincia di Lucca, in contatto coi complici dell'Isola, portava la droga verso lo scalo portuale di Piombino poi destinata al mercato elbano.

Le indagini, che sono proseguite anche con l'ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha consentito di raccogliere a carico di 19 persone, 15 uomini e 4 donne, numerosi indizi in merito a una fiorente attività di spaccio attiva su tutta l'Isola d'Elba e foraggiata da sostanze stupefacenti del tipo cocaina provenienti in prevalenza dalla lucchesia, dove operava un cittadino albanese, ritenuto il capo della banda e arrestato dai carabinieri.

Le indagini hanno permesso di accertare, anche nel pieno periodo Covid, i vari passaggi ai vari livelli della droga, la quale veniva consegnata dal capo banda ad un suo connazionale residente a Roma ma domiciliato sull'Isola d'Elba il quale a sua volta gestiva personalmente altri pusher locali che operavano nei vari comuni isolani e che provvedevano poi allo smercio al dettaglio della sostanza. 

Il guadagno stimato

Fiorentissimo il ritorno economico del giro di affari che gli inquirenti hanno stimato settimanalmente in circa 8mila euro per un etto di cocaina smerciata. Le indagini hanno permesso di accertare oltre 50 assuntori di droga che si rivolgevano ai vari pusher di zona per l'approvvigionamento delle sostanze, tre arresti in flagranza di reato; il sequestro di oltre 150 gr di cocaina e alcune dosi di marijuana e hashish, il monitoraggio complessivo di circa un migliaio di cessioni di sostanze stupefacenti.

Alcuni degli indagati realizzavano un vero e proprio sostegno ai principali protagonisti del caso spaziando dal concedergli autovetture, alle fittizie intestazioni delle schede Sim dei telefoni cellulari utilizzati, a semplici favori quotidiani e talvolta a fornire un vero e proprio supporto logistico nella custodia dello stupefacente e nella preparazione delle dosi da spacciare.

Le intercettazioni

Gli investigatori hanno accertato anche il frequente ricorso ad un linguaggio criptico degli indagati e degli acquirenti per riferirsi allo stupefacente e/o al denaro, con l'impiego di termini specifici e ricorrenti come: ''bidoni, attrezzi, litri di pittura, posti a sedere, chiavi, birre, formaggio, benzina, reti e materassi''. I principali interpreti di questo traffico di droga al fine di risultare puliti ad eventuali controlli delle Forze dell'Ordine, si premuravano di nascondere lo stupefacente in alcuni anfratti ricavati in alcune zone boschive della periferia di Portoferraio, scoperti però dai carabinieri.

In una circostanza infatti i militari del Norm di Portoferraio hanno rinvenuto e sequestrato nascosto sotto terra ai piedi di un grande albero in una zona boschiva, un cofanetto di plastica contenente tre grosse ''pietre'' di cocaina pura per un peso complessivo di circa 70 grammi e dal quale si sarebbero potute ricavare con i dovuti tagli oltre 300 dosi.

Carabinieri-cacciatori

Sostanza poi ricondotta ad uno dei principali indagati. Proprio per non destare sospetto i militari sul luogo di questo rinvenimento hanno simulato un abbattimento di un cinghiale ad opera di alcuni cacciatori, con tanto di spargimento di colorante rosso e di alcune cartucce da caccia. Eloquente è stata l'intercettazione telefonica poi rilevata dagli investigatori tra il pusher detentore della sostanza ed un suo cliente: ''l'ho persa, proprio lì lo dovevano uccidere!''. Il Gip del Tribunale di Livorno, concordando con le risultanze investigative dei Carabinieri e le richieste della Procura ha disposto: per il 38 enne albanese custodia cautelare in carcere, per l'altro cittadino albanese 47 enne divieto di espatrio e per i due italiani, un 65enne ed un 58 enne, l'obbligo di dimora nel comune di residenza con vincolo di permanenza notturna in casa. 

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