Il Tirreno

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Traghetti, è massima allerta all’Elba per la domenica dello sciopero. Anche a Piombino piano d'emergenza

di Gabriele Buffoni

	Auto in coda al porto di Piombino (foto d'archivio Paolo Barlettani)
Auto in coda al porto di Piombino (foto d'archivio Paolo Barlettani)

Inviati a Portoferraio rinforzi per la municipale dagli altri Comuni. Sul continente la Prefettura chiama 118 e Protezione civile

19 luglio 2024
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PORTOFFERAIO. Tra le 26mila e le 30mila persone decise a partire da o per l’isola d’Elba. Centinaia di veicoli che premono per essere imbarcati su traghetti destinati a restare fermi alle banchine dei porti di Piombino e Portoferraio. Tutto sotto il sole cocente di una domenica di metà luglio, nel cuore della stagione turistica. Non serve troppa immaginazione per capire che queste sono pennellate di un quadro da incubo.

Uno scenario ormai prossimo a manifestarsi, tra appena due giorni: domenica infatti scatterà lo sciopero dei lavoratori Toremar. Un blocco totale dei marittimi che promette di mandare in tilt il traffico passeggeri tra l’isola e il continente (sono 4 le corse garantite). A preoccupare è in particolare il traffico congestionato e le sue ripercussioni sulla viabilità.

Il piano elbano

Da giorni quindi l’intera isola è in fermento. E il grido d’allarme di Portoferraio ha avuto risonanza in ogni angolo dell’Elba, al punto tale che da ognuno degli altri sei Comuni del comprensorio arriveranno rinforzi cospicui alla polizia municipale portoferraiese per aiutare a far fronte all’emergenza.

In accordo con la Prefettura di Livorno, a gestire le operazioni sull’isola sarà la comandante della polizia municipale di Portoferraio Katia Bodecchi insieme al consigliere delegato alla viabilità Roberto Manzi. Ma in campo ci saranno tutti quanti, comprese le forze dell’ordine (polizia di Stato, carabinieri e guardia di finanza), personale della protezione civile (da Porto Azzurro per questo si attiverà anche la Misericordia che farà assistenza in mezzo al traffico distribuendo acqua) e volontari delle Pubbliche Assistenze (Croce Verde e Ss. Sacramento) di Portoferraio. In tutto si stima un dispiegamento di quasi un centinaio di persone. «Il piano per domenica – fanno sapere dal Comune – prevede anche di tenere il piazzale dell’hotel Residence parzialmente libero così da creare sia un punto di appoggio provvisorio per le auto in sosta che un corridoio per i mezzi diretti ai moli Moby. Stessa cosa avverrà con il piazzale della Bricchetteria per le auto in attesa di partenza. Inoltre abbiamo preso accordi con La Centrale Gourmet per fornire cibo e acqua e per chi dovrà attendere sotto al sole – concludono dal Comune – saranno messe a disposizione alcune sale del palazzo ex Cromofilm, così da dare un po’ di refrigerio».

Una fase di preallarme scatterà in realtà già domani: la preoccupazione è che il numero di persone che deciderà di lasciare in anticipo l’isola possa già creare problemi al porto. Ma il vero “codice rosso” scatterà dalla mattina di domenica.

A Piombino

Anche sul continente la situazione non è certo migliore. Oltre al massiccio impiego di polizia di Stato e polizia municipale (almeno una cinquantina, secondo le prime previsioni, gli agenti che saranno impiegati nell’arco della giornata per gestire la situazione) la Prefettura ha allertato in via precauzionale anche il 118 e la protezione civile. E al porto l’Autorità di sistema ha già previsto un rinforzo del personale per cercare di far fronte al caos nella zona delle banchine: 20 addetti in più rispetti ai 6-7 impiegati abitualmente in una domenica di luglio.

I presidi dei sindacati

Anche gli stessi sindacati – che avranno i loro presidi dalle 7 alle 21 a Piombino e dalle 7 alle 19 a Portoferraio – hanno disposto gazebo per fornire ombra e bottigliette d’acqua agli automobilisti che resteranno imbottigliati. «Sappiamo di creare un disagio – spiega Giuseppe Gucciardo della Filt Cgil – ma il nostro scopo è sensibilizzare anche i passeggeri e far loro conoscere la nostra situazione. Per questo ci siamo attivati per cercare di ovviare a quelli che possono essere tutti i disagi collaterali di questa nostra battaglia sindacale». 

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