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Monsummano, abusi sulla vicina di sei anni. Il fatto non sussiste: assolto

di Lorenzo Carducci
Monsummano, abusi sulla vicina di sei anni. Il fatto non sussiste: assolto

Per l’accusa il 70enne avrebbe palpeggiato la bimba nel pollaio

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Monsummano Dalla condanna a 13 anni di reclusione chiesta dal pubblico ministero (il sostituto procuratore Giuseppe Grieco) all’assoluzione con formula piena, perché il fatto non sussiste. Il confronto tra il quadro accusatorio e l’epilogo colpisce e non poco. Ad essere stato assolto ieri dal Tribunale di Pistoia - collegio presieduto da Stefano Billet, giudici a latere Jacqueline Monica Magi e Pasquale Cerrone - un pensionato 70enne che era accusato di violenza sessuale pluriaggravata ai danni di una bambina che abitava con la famiglia vicino casa sua, famiglia peraltro di cui era amico.

Tutto era partito a giugno del 2022, quando la bambina che allora aveva 6 anni si confidò con la nonna dicendole che quel vicino con cui era solita passare del tempo per andare a vedere gli animali da cortile e l’orto, l’avrebbe portata nel pollaio e, una volta fatta salire sulle sue ginocchia, l’avrebbe “toccata” alle parti intime. E che, oltretutto, non sarebbe stata la prima volta. Un racconto raccapricciante a cui seguì la querela sporta dai genitori della bimba, poi costituitisi parte civile nel processo (100mila euro la richiesta danni). L’indagine lampo condotta dai carabinieri di Monsummano portò così, sulla base anche del colloquio avuto con la bambina da parte della psicologa incaricata di assistere la polizia giudiziaria nelle indagini, alla misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’uomo nell’agosto del 2022. Poi, verso la fine di settembre del 2023, era scattato il rinvio a giudizio.

L’imputato, difeso dagli avvocati Gian Luca Faliero Lomi e Francesco Barontini, ha tuttavia negato fin dall’inizio ogni responsabilità, sostenendo di non capacitarsi del perché la bambina, che lui conosce da sempre, si sia inventata quella storia. L’attendibilità dei racconti della piccola è stato del resto il principale argomento del contendere processuale. Per l'accusa la versione della minore è sempre stata coerente e dettagliata, per la difesa invece quantomeno fortemente viziata da chi l'ha raccolta. Il verdetto ha dato ragione a quest'ultima. «Abbiamo sempre creduto nell’assoluta innocenza del nostro assistito – afferma l’avvocato Barontini – perché sin dal primo momento ci ha raccontato una versione dei fatti credibile e che non è mai cambiata nel tempo. Abbiamo cercato di portare le prove della sua innocenza, avvalendoci anche della consulenza del professor Dino Mazzei di Siena, psicoterapeuta col quale abbiamo smontato le teorie accusatorie partendo dall’assunto che una serie di errori hanno minato in modo irreparabile i racconti della bambina. Tant’è vero che i protocolli sulle interviste al minore non sono stati rispettati. Abbiamo sempre confidato nella giustizia e nella terzietà del tribunale e siamo felici di questo esito». l


 

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