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Roberto e Simona si sposano nel reparto di rianimazione: il malore e le nozze con procedura d’urgenza

di Maria Salerno

	I due sposi in ospedale
I due sposi in ospedale

Che l’uomo sia uscito vivo dalla sala operatoria è già stato un miracolo: ma la prognosi rimane tuttora riservata

13 ottobre 2024
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PESCIA. Se c’è una location in cui mai ci si augurerebbe di pronunciare i voti nuziali è il reparto di rianimazione di un ospedale. Ma Roberto Biagioni e Simona Riccomi non hanno avuto scelta e venerdì sono diventati marito e moglie proprio al Santissimi Cosma e Damiano di Pescia, dopo che lui, 61 anni, si è sentito improvvisamente male a causa della rottura di un aneurisma.

L’operazione

Operato d’urgenza all’ospedale pesciatino, le sue condizioni sono apparse da subito gravi. Roberto e Simona sono conviventi da oltre dieci anni e nei loro progetti c’era, comunque, quello di sposarsi, solo non immaginavano di doverlo fare in questa maniera. Come spiega Giuliana Riccomi, sorella della sposa e sua testimone, la decisione è stata presa nella tarda mattinata di venerdì e alle 18,30 dello stesso giorno avevano già pronunciato il loro sì dinanzi all’assessore Maurizio Aversa.

Che Roberto sia uscito vivo dalla sala operatoria è già stato un miracolo e comunque la prognosi rimane tuttora riservata.

La procedura d'urgenza

In caso di gravi problemi di salute, il convivente che non è protetto da un contratto di convivenza e che non è iscritto sul medesimo stato di famiglia potrebbe non avere automaticamente il diritto di prendere decisioni mediche per il partner.

In caso si rendesse necessario prendere decisioni in materia di salute, infatti, la legge disciplina unicamente il diritto di designare l’altro convivente quale proprio rappresentante, attraverso un atto da redigersi in forma scritta e autografa o, in alternativa, alla presenza di un testimone. In tali ipotesi il convivente designato potrà prendere sia decisioni in materia di salute, nel caso in cui l’altro sia affetto da una malattia che comporta incapacità d’intendere e di volere, sia decisioni in materia di donazioni di organi, modalità di trattamento del corpo e celebrazioni funerarie per il caso che l’altro muoia.

Roberto e Simona hanno scelto anzitutto di tutelarsi di fronte agli imprevisti. «La loro volontà era comunque quella di sposarsi – ha sottolineato Giuliana Riccomi – ma è assurdo come nel nostro Paese, in assenza di una formalizzazione dell’unione, un ex compagno con cui non si condivide più nulla da molti anni abbia comunque la facoltà di decidere sullo stato di salute dell’ex più di quanto ne abbia il compagno attuale».

Roberto ha desiderato fortemente questo matrimonio e nonostante le sue condizioni di salute fossero ha consapevolmente optato per questo passo.

E a dispetto dell’ossigeno, delle mascherine e dei camici verdi che hanno fatto da corollario a questa unione, la sua mente era lucida e la volontà ferma.

Quando c’è pericolo di vita per uno dei due contraenti matrimonio, la celebrazione è immediata. A prevederlo è l’articolo 101 del Codice civile. Non occorre, dunque, procedere con la pubblicazioni e con tutti gli altri adempimenti legali prematrimoniali.

La speranza

L’intervento subito da Roberto non è stato risolutivo, a breve dovrà sottoporsi a un’altra operazione. Ora il desiderio di tutti è che questo matrimonio celebrato in fretta e per ragioni più pratiche che romantiche possa al più presto essere festeggiato come merita. 

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