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Fucecchio, colpo al calzaturificio vip: l’assalto “militare” al caveau, i danni e l’incubo del titolare dei furgoni rubati

di Danilo Renzullo e Marco Sabia
I danni provocati allo stabilimento e i carabinieri durante i rilievi nel calzaturificio (Foto Franco Silvi)
I danni provocati allo stabilimento e i carabinieri durante i rilievi nel calzaturificio (Foto Franco Silvi)

Ai mezzi di un concessionario di San Miniato Basso si sono aggiunti ad altri rubati a Milano, nelle Marche e in Emilia Romagna. Parla anche uno dei soci dell’azienda colpita

13 ottobre 2024
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FUCECCHIO. È di almeno centomila euro il primo bilancio dei danni subiti dal calzaturificio “Freeland” di Fucecchio, “vittima” dell’assalto di un commando composto da almeno 25-30 persone che nella notte tra giovedì e venerdì ha tentato – dopo aver bloccate le strade circostanti con 18 furgoni rubati in varie aziende e concessionario del territorio e sparpagliato nelle vie di accesso chiodi a tre punte per impedire l’arrivo delle forze dell’ordine – di accedere al caveau dello stabilimento di via Giovanni da Verrazzano (attivo nella produzione di scarpe per gruppi del lusso come Hermès) per un colpo milionario, sventato dai sistemi di allarme che hanno messo in fuga il gruppo di malviventi.

I danni

«Sono ancora in corso le attività per capire cosa e in che misura è stato danneggiato, ma da una prima ricognizione i danni ammontano ad oltre 100mila euro», dice Claudio Tiezzi, uno dei soci del calzaturificio, tra i più grandi della Toscana (oltre 300 operai), che ieri ha ripreso le attività con guardie giurate a sorvegliare – 24 ore su 24 – lo stabilimento. «Per prevenire altri episodi del genere – aggiunge Tiezzi –, stiamo pensando anche ad altri sistemi di sicurezza». Tra questi, probabilmente, anche l’installazione di dissuasori metallici per creare una sorta di barriera agli ingressi.

L’azione militare

«Il bilancio – prosegue Tiezzi – poteva essere ancora più pesante». I malviventi sono riusciti a scappare con un centinaio di paia di scarpe non finite e, nonostante i tentativi di aprirlo con un flessibile, non sono riusciti ad accedere al caveau, dove fino al giorno prima dell’assalto era stoccata molta più merce di quella presente al momento di quella che è stata un’azione in stile militare.

Il caso dei furgoni rubati

E mentre proseguono i rilievi e le indagini dei carabinieri – tutti i componenti del commando hanno agito indossando passamontagna e guanti – il maxi-furto tentato al Freeland ha avuto anche una “vittima” collaterale: la concessionaria Automoda di San Miniato Basso, a cui sono stati rubati quattro furgoni per sfondare i cancelli e per bloccare le strade limitrofe. Una mattinata da incubo, quindi, anche per il titolare Lorenzo Baviello. «Sono stato svegliato alle 5.30 del mattino da una chiamata dei carabinieri – racconta –, i quali mi stavano avvertendo che i nostri furgoni erano stati usati per fare un maxi-furto a Fucecchio; mi sono diretto subito sul posto, nonostante le difficoltà causate dai furgoni intraversati. E lì c’erano i nostri mezzi, tra cui quello usato come ariete».

In venti minuti, poco dopo l’una, i malviventi si sono introdotti in un piazzale in via di allestimento, dove hanno rubato quattro furgoni dopo aver trovato la cassetta dove erano nascoste le chiavi; nel fare questo ne hanno danneggiati altri sette, facendo aumentare così la conta dei danni.

I mezzi di Baviello si sono aggiunti ad altri rubati a Milano, nelle Marche e in Emilia – Romagna, ennesima dimostrazione di un piano su vasta scala. A Baviello rimane l’amarezza per quanto accaduto: «È stata una scena surreale, ma non dobbiamo stupirci più di niente: questi fatti saranno sempre più frequenti visto che in Italia non ci sono conseguenze per chi delinque».

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