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Valdinievole, il ricordo di Comunardo Niccolai imprenditore. «Un campione anche nella vita»

Valdinievole, il ricordo di Comunardo Niccolai imprenditore. «Un campione anche nella vita»

L’ex calciatore morto ha gestito ristoranti di più strutture sportive

03 luglio 2024
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Pistoia La scomparsa dell’ex calciatore Comunardo Niccolai ha colpito profondamente la città di Pistoia fin dalle prime ore del mattino di ieri. Un morte avvenuta in modo improvviso a causa di una caduta domestica avvenuta lunedì sera. «Non stava bene, deve aver perso l'equilibrio - dice addolorato il figlio Antonio, ex calciatore anche lui ed ex allenatore della Pistoiese. È caduto in casa battendo la testa». L’ex Campione d’Italia e della Nazionale ha chiuso gli occhi nella notte tra lunedì e martedì all’ospedale San Jacopo in cui era stato trasportato. Il funerale si svolge oggi alle 15,30 a Chiesanova.

Negli ambienti sportivi pistoiesi Comunardo Niccolai ha lasciato il segno, non solo per la prestigiosa storia di calciatore e la successiva carriera di tecnico federale. In città aveva gestito il ristorante nel centro sportivo “Vittorio Cappellini” a Capostrada e successivamente con i figli Antonio e Stefano il bar ristorante del Tennis Club. Entrambi i locali hanno ottenuto risonanza e apprezzamento fra i pistoiesi per la prelibatezza dei piatti e anche per la loro economicità. «Abbiamo trascorso bellissimi giorni assieme - ricorda Luca Fontana, presidente dell’Ac Capostrada quando Comunardo gestiva il ristorante. Era molto alla mano e parlare con lui era un vero spasso, in modo particolare di calcio. Sono rimasto scosso dalla sua scomparsa». Luca Fontana racconta alcuni aneddoti vissuti con Comunardo: «Una volta la Nazionale di Cesare Maldini giocava allo stadio di Pistoia. Lui mi disse: “Vuoi venire a salutare Cesare?”. E io: “Figurati se Maldini mi riceve!”. “Vieni con me” - replicò. “Fummo accolti con tutti gli onori e Maldini fece a Niccolai una gran festa. Era molto amato nel club azzurro».

Fontana aggiunge: «Niccolai rendeva il “Legno Rosso” un centro di attrazione. Ricordo che grazie ai suoi buoni uffici, Romeo Benetti ex Milan e Juve che faceva parte dello staff del centro tecnico federale di Coverciano scelse la nostra struttura per una importantissima manifestazione giovanile». Niccolai poi tracciò la strada ai figli prendendo in gestione la ristorazione al Tennis Club. «La famiglia Niccolai arrivò una quindicina di anni fa - ricorda il presidente del Tc Brunetti – Il rapporto va molto bene, il padre era presente nella primissima fase, poi la conduzione è stata portata avanti dai figli. La scomparsa di Comunardo, persona molto perbene, mi addolora moltissimo».

Chi ha conosciuto il giovane Niccolai calciatore è il suo ex compagno di squadra nel Cagliari, Raffaello Vescovi, classe 1940, che nella squadra isolana aveva anche indossato la fascia di capitano. Vescovi, valdinievolino come Comunardo (il primo di Lamporecchio, il secondo di Uzzano) di sei anni più anziano di Niccolai racconta tanti aneddoti del suo conterraneo e compagno di squadra. Uno in particolare: «Si giocava una gara di campionato. Sfortunatamente Comunardo fece autogoal. Dalla panchina si alzò invelenito l’allenatore Manlio Scopigno che mi intimò in qualità di capitano di rimproverare Comunardo. Mi rifiutai e risposi che già stava male per l'autorete. Nel dopo gara ci fu anche una colluttazione tra me e il mister a causa del mio rifiuto. Fui messo fuori rosa e l’anno dopo finii al Brescia». Negli ultimi tempi Niccolai usciva meno, ma la tempra e l’orgoglio erano quelli della prima giovinezza. Resta memorabile il suo ricordo dedicato alla grande Gigi Riva dopo morte dell'attaccante: “È andato via un carissimo compagno di squadra e amico. Abbiamo perfino fatto il militare insieme. Conservo di lui tanti bei ricordi, non solo lo scudetto conquistato insieme a Cagliari nel 1970. Grande amico, persona seria e ottimo calciatore. Penso che al suo arrivo in Paradiso l’avranno festeggiato anche lì». Parole pronunciate con il volto e la voce affaticati, ma con la forza di un campione nella vita come nello sport.

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