Il Tirreno

Il personaggio

Lorenzo Musetti, i segreti di un campione di “marmo”: la famiglia, le passioni e l’amore per Veronica


	Lorenzo Musetti a destra; a lato con i genitori qualche anno fa
Lorenzo Musetti a destra; a lato con i genitori qualche anno fa

Dai primi scambi, piccolissimo, con babbo Francesco a casa di nonna alla finalissima di Montecarlo

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CARRARA. Tutto è cominciato nella cantina di nonna Maria, a Nazzano – frazione di Carrara, città del marmo – dove Lorenzo Musetti, classe 2002, da bambino, scambiava i primi colpi con babbo Francesco (inquadrato poco fa nell’esultanza dopo la vittoria contro de Minaur a Montecarlo). Da lì sono arrivati i tornei, gli allenamenti, e quel talento che si è fatto notare fin da subito. Oggi, 12 aprile, a 23 anni, Lorenzo accede alla finale di Montecarlo: con le lacrime di gioia della compagna Veronica.

Quella passione per il tennis gli è stata trasmessa proprio dal padre, ex tennista e operaio in una ditta di marmo, che raccontava: «Io giocavo, ma a undici anni mi ha battuto. Da lì ho capito che era il suo sport». Anche uno dei primi coach di un giovanissimo Lorenzo, Davide Blandini, aveva notato subito qualcosa di speciale: «A un certo punto si allenava solo con ragazzi più grandi…».

Già a otto anni, d’altronde, Lorenzo andava ogni giorno a La Spezia per allenarsi, accompagnato a turno da mamma Sabrina o babbo, dopo il lavoro. Prima al Ct Spezia, poi allo Junior Tennis San Benedetto. Sempre con il sostegno della famiglia e del suo storico allenatore Simone Tartarini, che lo segue ormai dal 2010, e che nella semifinale lo ha incitato, con tutto lo staff, dai primi scambi. «Siamo cresciuti insieme – raccontava proprio Tartarini –. Aveva una tecnica pazzesca già da bambino. E il passaggio tra giovanili e professionisti non l’ha mai spaventato». Fuori dal campo, i due condividono anche l’amore per la musica.

Tennis, famiglia (con il piccolo Ludovico arrivato nel marzo 2024), musica e non solo. Lorenzo è inoltre riuscito a trovare un buon equilibrio, diplomandosi al liceo linguistico di Tirrenia negli anni scorsi. Una sua prof lo ricordava per una frase a cui teneva molto: «Il dizionario è l’unico posto dove “successo” viene prima di “sudore”». Una frase che lo descrive bene. E ora il sogno della finalissima.

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