Addio al re della cucina carrarina: la sua ribollita ha stregati vip e artisti
Scompare il ristoratore Vittorio Dazzi, per tutti Vittorino: aveva 86 anni. Fissati i funerali
CARRARA. Ogni carrarese, pardon, carrarino che si rispetti aveva l’abitudine ad andare a pranzare da lui. Magari la domenica. Magari con tutta la famiglia. Il suo fritto era ineguagliabile: mandava i commensali in visibilio anche solo servendo zucchine e carciofi, per citare qualcosa che sulla tavola è “ancillare” – di contorno – e per non parlare del suo petto di pollo “indorato”. Non c’è nulla da fare: ai fornelli era impareggiabile. Se n’è andato a 86 anni Vittorio Dazzi: per tutta Carrara (e non solo) “Vittorino”. Ha fatto storia la sua osteria, che portava il suo nome – Da Vittorio – soprannominata dalla Gente de Noantri con il diminutivo con cui Carrara aveva ribattezzato pure lui.
Carrara Est
Siamo all’angolo tra via Cavour e via del Cavatore. Lì lui aveva casa-e-bottega, come si suole dire. Sopra l’appartamento, sotto il ristorante. E lì ha trascorso una vita intera: tra, il bar, la cucina e i suoi tavoli. Ad accogliere, a servire, a consigliare con “un passo” che era solo il suo.
Il suo menu
Osteria, trattoria, ristorante, poco importa. Da Vittorino – questa era una certezza – c’erano stoccafisso e baccalà: e persino le massaie più accreditate dai palati esigenti di mariti e figli, alla fine – quando in tavola arrivava il caffè corretto con il Fernet-Branca – cedevano lasciandosi andare alla richiesta di qualche consiglio culinario. E poi c’era la sua trippa, un tripudio del gusto per chi ama questo piatto che è, notoriamente, “impegnativo”. E ancora, le lasagne stordellate, i tordelli alla carrarina, i cappelletti. Un capitolo a parte – scritto da gourmet – meriterebbe la sua ribollita: venivano da ovunque per mangiarla, dalla Versilia come da Milano, dal Piemonte, dal Veneto.
Quei piatti da vip
Non è leggenda metropolitana se si dice che Vittorino ha fatto impazzire i vip con i suoi piatti. Da Zucchero Fornaciari a The Voice dei Litfiba, Piero Pelù, a un giovanissimo Francesco Gabbani. La sua però era anche la Trattoria degli Artisti: la vicinanza fisica con gli Studi di scultura Nicoli, in piazza XXV Aprile, aveva creato negli anni un connubio-unicum; si sono deliziati con quei piatti scultori del calibro di Giuliano Vangi, Carlo Sergio Signori, Agustin Cárdenas, habituè della Città dei Marmi. Altri tempi. Ed era anche l’Osteria degli attori: quelli che calcavano le scene del Garibaldi, per esempio; in epoca recente, nel 2018, si rammenta la lunga permanenza ai tavoli di Vittorio della troupe della fiction “Sacrificio d’Amore”, realizzata da Canale 5.
Un po’di storia
A dirla tutta – e i carraresi doc lo ricorderanno – Da Vittorio non esordì come luogo dove pasteggiare bensì dove degustare. «Siamo nati come vinaioli», ha sempre ricordato Vittorio a chi gli chiedeva di raccontare come aveva mosso i primi passi. Erano gli Anni Sessanta. Poi si scommise sul bar. Il ristorante è arrivato dopo e poco a poco, aggiungendo stanza dopo stanza, fino a essere – negli Anni Ottanta – la maison della cucina tipica a cui tutta Carrara s’era affezionata.
Maledetta pandemia
Poi arriva la battuta d’arresto: il Covid. E Da Vittorio, come tutti i bar e i locali dove si mangia e si beve, deve chiudere. Da lì la decisione successiva di optare per affidare la creatura in gestione. Nell’estate 2023 l’osteria dei carrarini riapre con una giovane coppia.
Il saluto
Dimenticarlo sarà impossibile e non solo perché ha deliziato i palati di generazioni intere di carraresi. Chi volesse dare a Vittorio Dazzi l’ultimo saluto – e saranno moltissimi – può farlo questo pomeriggio, martedì 22 gennaio: i suoi funerali saranno celebrati dalle 15,30 alla chiesa di San Francesco.
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