Massa, follia in ospedale: «Sono drogato, datemi il valium». E prende a calci le infermiere
Il 36enne ha dato in escandescenze in pronto soccorso perché voleva il valium. Ha aggredito anche gli agenti di polizia e danneggiato oggetti: è stato arrestato
MASSA. Quando è arrivato al pronto soccorso del Noa, era già agitato. Diceva di aver bevuto, di aver essersi drogato e di aver bisogno di un valium. Lo pretendeva, il valium, e subito, stando a quanto raccontato dal personale sanitario. Poi avrebbe dato in escandescenze, offendendo e prendendo a calci le due infermiere che lo avevano preso in consegna dall’ambulanza, lanciando sedie e tutto quello che trovava, infine aggredendo anche i due agenti intervenuti. Per questo Hakim El Marfi, 36 anni, è stato arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiali, lesioni e danneggiamento. Adesso si trova in carcere. L’uomo, difeso, dall’avvocato Riccardo Balatri, è indagato anche per non aver voluto fornire le proprie generalità agli agenti.
L’aggressione a due infermiere
I fatti risalgono alla sera del 21 novembre. L’uomo, stando alla procura, si sarebbe «rivolto in modo ingiurioso» nei confronti di un’infermiera, insultandola. L’avrebbe presa pure a calci. Si lei, sia la collega, provocando a entrambe policontusioni e una prognosi di due giorni. Le avrebbe anche minacciate, dicendo «se non mi date il valium vi ammazzo tutti». Altre tre giorni di prognosi sono stati dati ai due agenti di polizia. El Marfi si sarebbe rivolto agli agenti gridando: «portatemi in questura», «vi ammazzo tutti», «quando esco faccio una strage». I due poliziotti, stando sempre alla ricostruzione della procura, avrebbero cercato di fermarlo e lui li avrebbe aggrediti «colpendoli con calci e pugni fino a cagionare la caduta» di un agente. Avrebbe anche cercato di sfilare la pistola d’ordinanza uno dei due, fino a quando poi sono riusciti a bloccarlo e ad ammanettarlo.
Troppe aggressioni, l’Asl è preoccupata
Interviene la direttrice generale dell’Asl Toscana nord ovest, Maria Letizia Casani, esprimendo solidarietà al personale e confermando che il tema delle aggressioni al personale sanitario diventa ogni giorno più rilevante e allo stesso tempo difficile da interpretare e arginare. «Stiamo mettendo in campo varie azioni per provare ad arginare il fenomeno delle aggressioni – dice – ma, di fronte a episodi come questo, capiamo che dobbiamo fare ancora di più per proteggere e tutelare i nostri operatori. Le strutture di pronto soccorso, come noto, sono tra le aree più colpite, insieme alle psichiatrie e alla Rems, anche se un incremento si sta registrando pure in altri ambiti. È necessario conoscere approfonditamente in tempi rapidi quanto accade nelle nostre strutture e per questo abbiamo messo in atto un sistema di segnalazione facilmente fruibile e campagne informative per sensibilizzare i dipendenti all’uso di questo strumento. L’analisi dei dati è affidata ad un gruppo multidisciplinare che valuta il problema da più punti di vista: la sicurezza sul lavoro e dei pazienti, l’assistenza medica e psichiatrica, il punto di vista legale e la gestione front-office».
Già da alcuni anni sono stati attivati due percorsi formativi distinti: uno rivolto a tutto il personale, con informazioni base, e uno nelle sedi a maggior esposizione orientato al miglioramento della gestione del proprio stato d’animo durante l’evento, all’apprendimento delle tecniche di comunicazione e di de-escalation. «Agli interventi formativi - continua - abbiamo affiancato alcune azioni concrete: la presenza della guardia privata negli ospedali e sul territorio. Inoltre, abbiamo rafforzato il servizio con le volanti che verrà ulteriormente esteso anche negli altri ambiti territoriali. Abbiamo anche installato pulsanti di chiamata di emergenza alla vigilanza privata e predisposto la fornitura di dispositivi per la chiamata di emergenza geolocalizzata ad una parte del personale dell’assistenza domiciliare Integrata e ai medici di continuità assistenziale». L’Asl Nord ovest è una tra le poche realtà che ha attuato della legge 113 del 2020 sulla protezione degli operatori. Dal 2021 ad oggi sono state applicate, oltre 30 sanzioni amministrative di mille euro ciascuna a persone che hanno minacciato o offeso gli operatori.