Il Tirreno

Istruzione

Massa-Carrara, scuole da accorpare: la Provincia si mette di traverso. Ecco i numeri

di Giovanna Mezzana
La Dante Alighieri di Aulla
La Dante Alighieri di Aulla

La Provincia non farà la delibera che ratifica il taglio dei presidi. Il presidente Lorenzetti: «Io non firmo»

23 ottobre 2024
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MASSA-CARRARA. La patata è bollente: gliel’hanno appena lanciata tra le mani, ma il presidente della Provincia Gianni Lorenzetti se ne libera subito: non è, del resto, lui ad averla messa sul fuoco a ribollire. «Non credo che farò alcuna delibera», dice. Parliamo della delibera con cui quattro scuole – tra Massa e Carrara, Aulla e Pontremoli – devono essere accorpate – a partire dall’anno scolastico 2025/2026 – perché con un numero di iscritti inferiore ai limiti. Al di là delle dichiarazioni di intenti che hanno un valore soprattutto politico, però, il margine di manovra per cambiare le carte in tavola è – comunque – pressoché inesistente, nonostante i sindacalisti della scuola continuino – e comprensibilmente – a scalpitare.

L’identikit

Le scuole in ballo sono: l’istituto comprensivo Massa 6 di Massa, che raccoglie già molte scuole, da quella dell’infanzia di Castagnola, alle primarie di Mirteto e Romagnano; il liceo scientifico Marconi di Carrara; l’istituto comprensivo Alfieri di Aulla; l’istituto comprensivo Paolo Ferrari di Pontremoli; e anche queste ultime hanno – già – un variegato cosmo che le compone.

Primo: la novità

Dovevano essere tre le scuole da accorpare in provincia di Massa-Carrara. E, invece, dalla giunta regionale, il 21 ottobre, è emersa la novità: saranno quattro gli istituti che diranno addio alla loro autonomia, ovvero cinque in due anni, perché lo scorso anno venne accorpato l’istituto comprensivo di Fosdinovo. Sono stati così buttati alle ortiche quei criteri concertati con l’assessora regionale alla formazione e all’istruzione Alessandra Nardini che stabilivano che entro i confini di una provincia toscana sarebbero state tagliate al massimo tre teste (tre dirigenti scolastici con mandato pieno) ; tali criteri sono stati buttati nel cestino – non per onere dell’assessora Nardini, bisogna darne atto – dopo che erano stati concertati a più livelli: dal Comitato di coordinamento istituzionale dove siedono i presidenti delle Province e i rappresentanti delle conferenze zonali, alla Commissione permanente ripartita, ai sindacati. Da qui il furore dei sindacalisti della scuola.

La seconda tappa

Adesso la palla è passata alla Provincia, al presidente Lorenzetti che – con sotto-mano il Piano inviato dalla Regione, nel quale c’è scritto che devono essere (numericamente) quattro le scuole da accorpare a Massa-Carrara – deve mettere a punto una delibera che rispetti quell’indicazione: ha tempo fino al 17 dicembre, data entro la quale le Province devono approvare i piani dell’offerta formativa e della rete scolastica del proprio territorio, e trasmetterli alla Regione.

«Non lo faccio»

Lorenzetti – che ieri ha incontrato i sindaci – però, ha già deciso: «Io non mi prendo la responsabilità politica di una scelta che non condivido: non la avvallo anche perché è tutto il territorio a non essere d’accordo. Si firmano delibere quando c’è una scelta: in questo caso, invece, sarebbe una ratifica». Da Palazzo Ducale non ci sarà nessuna delibera.

Avanti, comunque

La coperta non diventerà per questo più avvolgente. Se Lorenzetti non firma alcuna delibera o se decidesse di fare di testa propria e di accorpare tre scuole anziché quattro – come all’origine doveva essere – sarà la Regione a eseguire chirurgicamente il doloroso taglio così come è previsto: perché il ministero dell’istruzione ha deciso che in Toscana, dal prossimo anno, saranno 14 le (nuove) scuole che non vivranno più autonomamente: e quello deve essere il saldo.

Le carte sparigliate

Senza assumere alcun spirito campanilistico è sotto la luce del sole che Massa-Carrara questa volta sia stata davvero penalizzata rispetto al resto della Toscana. Dovevano essere tre le scuole da accorpare e salgono a quattro «perché il presidente della regione Eugenio Giani ha voluto salvare dall’accorpamento una scuola della Città metropolitana di Firenze», è parere condiviso. A Pistoia saranno tre, a Lucca, Grosseto e Siena due e a Firenze una.

I conti tornano?

I sindacati insistono: «Avevamo evidenziato – dice, per esempio, il carrarese Carlo Romanelli, segretario generale Fuil Scuola Rua Toscana – come i dati forniti dal ministero, ma anche dall’Ufficio scolastico regionale, operando la divisione per il coefficiente 949 definito dallo stesso ministero, permettessero di ottenere un numero di autonomie scolastiche ben superiore». Ne sono convinti anche i sindaci lunigianesi: «Sentendo il parere dei sindacati, con numeri alla mano – nota il sindaco di Potremoli Jacopo Ferri – non sembra così necessario l’accorpamento dell’Ic Ferrari». «I due istituti hanno sostanzialmente i numeri per non esservi l’accorpamento – valuta il sindaco di Aulla Roberto Valettini – e quindi ci pare giusto che non vi sia un accorpamento; questa Amministrazione ha intenzione di lottare per il mantenimento di tutti i plessi scolastici che ci sono in tutto il Comune».

Ultima spiaggia

Intanto, Lorenzetti avrebbe in mano un’ultima carta: e cioè, sulla base di una valutazione squisitamente “territoriale” la norma consente la presidente di una Provincia di decidere di non “tagliare” l’autonomia di quelle scuole su cui già pende la spada di Damocle bensì altre, che magari soffrirebbero meno della decapitazione. Chi decide-cosa? Per il primo ciclo (scuola primaria e scuola secondaria di primo grado, cioè elementari e medie) la competenza è della Conferenza zonale che si riunirà il 15 novembre, «ma la vedo difficile che si possano trovare altre soluzioni», riflette Lorenzetti, che siano meno dolorose; per le scuole superiori «decide la Provincia ma di istituti superiori sottodimensionati ce ne sono solo due – spiega Lorenzetti – l’Alberghiero (che può rimanere autonomo perché la norma consente un solo istituto sottodimensionato per Comune, ndr) e il liceo Marconi», già nella lista dei tagli. Comunque si gira, quella è.
 

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