Il Tirreno

Tre scuole senza direttori «Rischiano di paralizzarsi»

di Melania Carnevali
Una classe in una foto d’archivio
Una classe in una foto d’archivio

Senza Dsga non può essere comprata nemmeno la carta igienica

18 ottobre 2024
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MASSA. Il loro ruolo è poco conosciuto ma fondamentale. Gestiscono infatti l’aspetto organizzativo dei servizi generali e delle attività amministrativo-contabili della scuola. Gestiscono quindi il personale Ata, pianificano le attività insieme al dirigente scolastico e si occupano dell’organizzazione e della preparazione dei servizi contabili, amministrativi e delle varie attività tecniche dell’istituto scolastico in cui opera. Tutte le spese passano da loro, incluso l’acquisto della carta igienica. Se mancano, tutto si ferma.

Eppure, ad oggi, a un mese di distanza dalla prima campanella, non tutti gli istituti hanno un direttore dei servizi generali e amministrativi, comunemente noto come Dsga. Sono tre gli istituti comprensivi ancora senza (il Giulio Tifoni e il Ferrari di Pontremoli, e il Gandhi di Albiano Magra) , a cui si aggiungono i quattro per cui è stata appena pubblicata una graduatoria che dovrebbe portare all’entrata in servizio del supplente (Malaspina e Massa 6 di Massa, Buonarroti Carrara, Moratti Bonomi di Fivizzano) . «Per queste quattro – spiega Isa Zanzanaini, segretaria generale della Flc Cgil Massa Carrara – abbiamo fatto un accordo regionale per consentire l’allargamento degli interpelli per il personale non di ruolo».

Gli interpelli hanno preso il posto delle vecchie Mad (Messe a disposizione) e sono inviti ufficiali pubblicati dalle scuole per coprire rapidamente posti vacanti quando le graduatorie non sono sufficienti. Sono in corso anche per coprire i posti ancora vacanti dei docenti. Non tanti, ma ci sono. Ed è stato utilizzato anche per cercare Dsga. «Sono tutti sostituti – spiega ancora Zanzanaini – perché non abbiamo i titolari: il governo non fa concorsi per i nuovi Dsga. Ne abbiamo qualcuno in più fortunatamente perché abbiamo finalmente sistemato i facenti funzione, cioè le persone che per anni, a volte molti anni, hanno fatto i supplenti».

Non è possibile però usare l’interpello per le tre scuole della Lunigiana ancora scoperte e dove il ruolo del Dgsa verrà coperto da un altro direttore in reggenza. «Questa è la vera emergenza del momento», chiarisce Zanzanaini. Lo conferma anche Roberto Malzone, segretario generale della Cisl Scuola Toscana che al momento sta seguendo anche il territorio apuano. «È una forte criticità- spiega -. Si consideri che in una scuola dove manca il Dsga ci sono difficoltà anche per pagare gli stipendi. Il governo vorrebbe reclutare Dsga con obbligo di reggenze. Ci auguriamo che il ministero prenda in considerazione questa situazione. Ci sono delle attività legate al Pnrr che, senza direttori, rischiano di saltare. Rischia di bloccarsi tutto».

Ma anche per i docenti rimangono i problemi ormai endemici della scuola italiano: 1) i ritardi nelle assunzioni; 2) il precariato. Per quanto riguarda il punto uno, non sono ancora state coperte tutte le cattedre vacanti. Rimangono pochi posti vuoti, soprattutto alle primarie e alla scuola dell’infanzia. Nelle scuole secondarie invece mancano ancora le figure più tecniche «dal momento che mancavano figure titolate nelle gps», spiega ancora Malzone. In totale dovrebbero essere circa 782 le cattedre che dovevano essere coperte nel territorio provinciale, una quindicina quelle ancora da coprire. «La vera criticità qui – spiega il sindacalista della Cisl – è il sostegno. In mancanza di personale con titoli si corre ai ripari con persone non specializzate attingendo dalle classi comuni. Ci sono troppi pochi docenti abilitati nelle graduatorie».

Poi, appunto, rimane il problema del precariato. «Un terzo dei docenti è precario e questo – spiega Zanzanaini – perché, come ogni anno, i numeri autorizzati per le assunzioni è pari ai pensionamenti. Questo è un cancro che ci ha provocato una sanzione da parte dell’Europa. Abbiamo una procedura di infrazione aperta, perché abbiamo un numero di precari che non esiste in nessun altro paese civile. Non solo abbiamo gli stipendi più bassi di tutti i paesi europei, considerando che ci ha sorpassati anche la Spagna dove il costo della vita è inferiore, ma abbiamo anche il più alto numero di precari. Inoltre, per i neo immessi in ruolo, è previsto che seguano un aggiornamento professionale entro l’anno, che anche può andare bene, ma tutto a spese loro, si parla di circa 2mila euro, e senza alcuna indicazione. Mi sembra che il governo non stia facendo niente per la scuola».


 

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