Il Tirreno

Il caso

Assenteismo, medico indagato

di Pietro Barghigiani
Un'aula di tribunale (foto archivio)
Un'aula di tribunale (foto archivio)

È un dottore convenzionato, accusato anche di uso improprio dell’automedica e di essersi inoltre appropriato di farmaci ospedalieri simulando l’utilizzo clinico

17 ottobre 2024
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MASSA. Un medico convenzionato per l’emergenza sanitaria territoriale è sotto inchiesta con l’accusa di assenteismo, ma anche di aver usato l’automedica per scopi personali e di essersi appropriato di farmaci di utilizzo ospedaliero.

È la Guardia di finanza, su delega della Procura, che procede nei confronti del dottore, non dipendente Asl, anche se legato a rapporto professionale e fiduciario con l’Azienda sanitaria. Un’indagine avviata d’estate e che ancora non si è conclusa. Il caso è venuto alla luce con il passaggio del fascicolo all’Ufficio per i procedimenti disciplinari del personale convenzionato (in sigla, Updc). Prima di poter firmare un provvedimento nei confronti del medico l’Updc stesso ha chiesto alla Procura di avere un minimo di elementi per poter “giudicare” a livello disciplinare il camice bianco indagato. Il rifiuto, motivato con esigenze investigative, della magistratura inquirente di fornire dettagli su un accertamento penale ancora in corso ha spinto l’Updc a pronunciarsi per un “non luogo a procedere”. Un epilogo dovuto alla mancanza di informazioni su cui valutare l’eventuale sanzione.

È il mese di giugno quando la Procura apre un fascicolo assegnando le indagini della Guardia di finanza. Il medico viene accusato di «essersi assentato più volte, senza giustificato motivo, dalla sede di lavoro per fini meramente personali; di aver utilizzato per scopi personali l’automedica destinata al servizio sanitario di emergenza; di essersi appropriato di farmaci ad uso ospedaliero, simulandone la somministrazione in casi clinici; di aver svolto e svolgere l’attività (privata, ndr) senza averne mai dato comunicazione preventiva a questa Azienda».

Il dottore è stato convocato dall’Usl per chiarire la sua posizione, ma non si è presentato all’incontro, né ha prodotto memorie o controdeduzioni a discolpa, non fornendo così la propria versione dei fatti.

L’Ufficio per i procedimenti disciplinari del personale convenzionato non essendo in possesso di sufficienti elementi di giudizio, né dei mezzi di prova a supporto o a smentita dei fatti ipotizzati quali suscettibili di responsabilità penale, ha chiesto alla Procura di conoscere i mezzi di prova eventualmente raccolti inerenti ai fatti contestati al dottore – allo stato attuale ipotizzati a suo carico (al fine di poter esitare il procedimento disciplinare). La risposta è stata che «il procedimento è ancora pendente in fase di indagini, sarà cura di questo ufficio trasmettere comunicazione ex art. 129 disp. att. cpp (codice procedura penale, ndr) al momento della discovery». E, quindi, causa l’impossibilità per l’Updc «di decidere in via definitiva, con un'adeguata e corretta motivazione, sia per l'affermazione di responsabilità disciplinare dell'incolpato, sia per la definitiva archiviazione del procedimento per l'infondatezza dei capi di incolpazione» viene disposto il non luogo a procedere nei confronti del medico.




 

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