Il Tirreno

Il caso

Dopo la finanza ecco l’Agenzia delle Entrate, così il Fisco va sulle spiagge toscane: «Ecco cosa ci hanno chiesto»

di Giovanna Mezzana

	Uno scorcio del litorale apuano
Uno scorcio del litorale apuano

Dopo le lamentele «per i finanzieri sotto l’ombrellone», altri controlli tra gli stabilimenti balneari del litorale

29 luglio 2024
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MARINA DI MASSA. Nel pieno dell’estate, quando il business di chi chiede pane al mare dovrebbe essere più che mai scoppiettante, gli imprenditori balneari si sentono tartassati. Gli 007 del Fisco hanno fatto tappa sul litorale massese. E questo si scopre dopo che Adriano Rapaioli, responsabile apuano di Confesercenti, ha espresso rammarico (nell’edizione del 28 luglio del Tirreno) per «le visite con intervista ai clienti, sotto l’ombrellone, fatte venerdì mattina (27 luglio) dalla guardia di finanza». Avere in un bagno i controllori dell’Agenzia dell’Entrate e magari in quello accanto i militari delle fiamme gialle sembra ai balneari «un eccesso di zelo». Sia chiaro: chi scandaglia (Fisco e Finanza), è nel pieno diritto di scandagliare, e chi è scandagliato (i balneari) riconosce che i controlli devono essere fatti. Il varco per le polemiche si apre comunque.

Il quadro

C’è da dire che se quanto accaduto in riva al mare fosse stato “fermato” in una foto, l’immagine sarebbe sfuocata. Nell’edizione del 28 luglio Rapaioli ha raccontato che «venerdì mattina i finanzieri hanno fatto visita a tre stabilimenti balneari di Marina di Massa e si sono recati in spiaggia per “intervistare” clienti: a loro hanno chiesto quanto avessero pagato per un abbonamento (a ombrellone e sdraio, ndr) settimanale, quindicinale, stagionale»; «con l’intento evidente – ha aggiunto – di verificare se il quantum dichiarato dal cliente corrispondesse alla cifra indicata dall’imprenditore». È la modalità di controllo che coinvolge il vacanziere-ospite che a Confesercenti non va giù. L’associazione si è fatta carico dell’amarezza degli associati, ma tra gli imprenditori della balneazione non c’è (quasi) nessuno disposto a raccontare l’esperienza diretta con le fiamme gialle: ecco perché sembra tutto avvolto nel mistero.

Qui i finanzieri

Non solo. Come già puntualizzato nell’edizione di ieri, non ci sono risultati documentati – che emergano – di un monitoraggio ad hoc della guardia di finanza sulla costa apuana nella giornata di venerdì. Tant’è che il comando provinciale di Massa-Carrara della guardia di finanza ribadisce che «nessun “blitz” è stato organizzato il 26 luglio 2024 dalla guardia di finanza, men che meno nel fine settimana in corso (quello che si è chiuso ieri, ndr)»; «Resta fermo – si legge ancora nella nota della Gdf apuana – che il Corpo svolge i normali controlli istituzionali in materia di polizia economico-finanziaria a tutela del distretto turistico nello specifico settore»; ed è cosa nota che nel culmine della stagione estiva, la guardia di finanza punti gli occhi su tutta la costa toscana costellata – da nord a sud – di stabilimenti balneari.

La novità

Passiamo al capitolo Fisco. Della visita sulla costa massese da parte dei controllori dell’Agenzia delle Entrate si scopre, incidentalmente, parlando con l’unico addetto ai lavori disposto a parlare della vicenda. Al Bagno Arlecchino di Marina di Massa, chi si qualifica come l’assistente bagnanti, al telefono con Il Tirreno, dichiara: «Abbiamo ricevuto la visita non della guardia di finanza ma dell’Agenzia delle Entrate; in spiaggia, dai clienti, però, non è andato nessuno. Hanno visionato un po’ di documentazione, il prezzario e hanno stilato un verbale». Il bagno Arlecchino non sarebbe stato l’unico stabilimento monitorato: i controlli, lo ricordiamo del resto – spesso – sono a campione e non hanno nulla a che vedere con il buon nome e la reputazione d’impresa. «Stando a ciò che mi è arrivato all’orecchio – dice Roberto Della Tommasina, referente apuano per Sib Confcommercio – la guardia di finanza sarebbe stata a Ronchi e l’Agenzia delle Entrate a Cinquale. Nessuno dei nostri associati, però, si è lamentato degli eventuali controlli ricevuti». Si dice, insomma, ma non si dice: l’imbarazzo non è poco.

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