Carrara, cena di debutto per il vino affinato nelle botti di marmo: l’idea di tre imprenditori
Si chiama “Marmo DiVino”. La botte in marmo realizzata dallo scultore Alessandro Mosti “Indian”. Alla serata di presentazione al ristorante Le Palme anche il vermentino “Tàoma”
CARRARA. Stessa anima per due vini diversi: sarà il fil rouge della cena di degustazione di giovedì 27 giugno al ristorante Le Palme di Marina di Carrara. Da un lato il bianco fermentato dopo vari step dall’acciaio, per passare nella botte di marmo e dal nome accattivante “Marmo DiVino”; e sarà affiancato nella presentazione da “Tàoma” un vermentino nato su iniziativa del figlio di Roberto Petacchi titolare dell’azienda Giacomelli, Tommaso che sta studiando enologia e a breve subentrerà al fianco del padre.
Quanto a “Marmo DiVino” la veste grafica dell’etichetta è stata studiata dal titolare delle Palme, Nicola Del Nero con un grafico e Petacchi, una lastra di marmo abbinata a un accenno, rappresentato da una linea verde, delle Alpi Apuane. L’idea di affinare il vino in una botte di marmo e in particolare vino bianco vede una sinergia di tre imprenditori che hanno portato le loro competenze da vari ambiti: il titolare del ristorante Le Palme, Daniele Del Nero, dal settore del marmo Lino Cybeo titolare dell’azienda omonima e Roberto Petacchi nel contesto enologico.
Mancherà purtroppo all’appello lo scultore Alessandro Mosti “Indian”, e che aveva reso fattibile l’idea nel concreto, a ottobre dell’anno scorso è venuto a mancare. «Ci piace ricordare che questa botte di marmo è stata realizzata dallo scultore Mosti - spiega Del Nero-, ci sarebbe piaciuto che ci fosse stato anche lui alla cena di degustazione. Quando eravamo andati da lui si era entusiasmato da questa idea, dall’alto probabilmente brinderà con noi». E aggiunge: «Ho sempre pensato di fare un contenitore di marmo,- aggiunge - da un paio di anni avevo in testa quest’idea che ho sviluppato nel tempo, mi mancava la collaborazione di persone competenti con cui realizzarlo. Lino Cybeo era un mio cliente e un mio caro amico che si occupa di marmo, anche Roberto è un mio caro amico e con lui abbiamo gestito la parte del vino».
Al gusto ci riferisce che Marmo DiVino coniuga tre potenzialità che lo fanno apprezzare: la freschezza del vermentino, l’acidità del Trebbiano, con l’esaltazione della parte aromatica della Malvasia, un vino quindi particolarmente profumato e gradevole. «Quello di Tommaso è un vermentino in purezza, diverso da Marmo DiVino. Abbiamo voluto abbinare due vini diversi per l’occasione», aggiunge.
Quanto alla botte in marmo si presenta come un blocco di marmo che va a svolgere anche la funzione di promozione delle risorse del territorio apuano. L’affinamento al suo interno garantisce il mantenimento della temperatura.
Del Nero racconta che quest’anno hanno realizzato 450 bottiglie, il prossimo c’è la volontà di aumentare i numeri di produzione. «Per fare mille bottiglie ci vorrebbero più botti. Se avessi numeri maggiori avrei potuto venderlo con facilità, un cliente di Vicenza ha insistito tanto per avere questo vino», precisa. Si tratta di un prodotto di nicchia che nasce con l’intento di trasmettere un messaggio positivo legato al marmo. Da quando il progetto è stato lanciato, tanti sommelier e addetti ai lavori hanno chiamato al Ristorante le Palme per fare ordini.