Il Tirreno

Il processo

Duplice delitto di Marinella, il primo omicidio fu un’esecuzione: «Nevila uccisa in ginocchio»

di Alessandra Vivoli
Duplice delitto di Marinella, il primo omicidio fu un’esecuzione: «Nevila uccisa in ginocchio»

La ricostruzione della patologa forense. In aula le foto compromettenti nel cellulare del padre di Bedini

26 ottobre 2023
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MASSA. Le foto compromettenti nel cellulare del padre. La ricostruzione dell’omicidio della prima prostituta. Il giallo della pistola, l’arma del delitto non ancora rinvenuta.

Sono questi alcuni dei particolari emersi nel corso dell’ultima udienza del processo, in corso a La Spezia, a carico di Daniele Bedini, il 33 anni carrarese sotto accusa per i due delitti avvenuti nel giugno del 2022 nelle strade del sesso, a Marinella.

Il primo omicidio

L’ultima udienza, nei giorni scorsi, del processo Bedini è stata importante ai fini della ricostruzione del primo delitto.

Secondo la patologa forense Susanna Gamba che ha eseguito le autopsie sui corpi delle vittime è probabile che NevilaPjetri (la prima prostituta uccisa secondo l’accusa da Daniele Bedini) fosse in ginocchio quando è stata giustiziata: «In occasione del sopralluogo si osservava che le ginocchia erano in gran parte esenti da sangue colato o trasferito, quindi è possibile affermare che almeno in alcune fasi dell’aggressione la donna si trovava in posizione inginocchiata».

Sulla ricostruzione l’avvocato della difesa Bedini, Rinaldo Reboa fa notare che «la dinamica (quella di una bieca esecuzione) cozzerebbe contro ad elementi obiettivi di riscontro ad esempio di Gsr ( residui incombusti di polvere da sparo) riscontrati all’interno dell’abitacolo dell’auto a scongiurare quindi come i colpi sparati in sequenza, come dimostrano i suoni stessi riportati nei video delle telecamere sui luoghi, non possano esser stati sparati al compimento di una crudele esecuzione costringendo addirittura la vittima ad inginocchiarsi fuori dall’auto. Con ciò – precisa il legale – senza nulla ammettersi circa colpevolezze di sorta».

Le foto compromettenti

Se ne è parlato in udienza, a La Spezia. Sono le foto rinvenute nel cellulare di Stefano Bedini, il padre dell’imputato. Stefano Bedini aveva fotografato la targa rimossa dall’auto di Carla Bertolotti, la transessuale uccisa dopo Nevila Pjetri nel giugno 2022, sulle strade del sesso di Marinella. Secondo la ricostruzione di pm e carabinieri, Daniele Bedini, il presunto killer delle prostitute,aveva lasciato la targa della vittima nel piazzale della falegnameria di famiglia. Ed è per questo che il padre l’aveva notata, una mattina, prima di entrare al lavoro. E fotografata.

Le immagini erano nel cellulare sequestrato al padre dell’imputato: lo smartphone era stato consegnato ai carabinieri dal difensore di Bedini, l’avvocato Rinaldo Reboa, durante una perquisizione domiciliare in cui la madre del sospettato, probabilmente presa dall’agitazione, aveva infilato nella tasca del legale anche una scatola di proiettili compatibili con quelli usati per compiere gli omicidi.

La pistola

L’arma usata per i delitti non è mai stata trovata. Gli investigatori sostengono che Nevila e Carla siano state uccise con una pistola calibro 22 di cui il padre di Bedini aveva denunciato il furto poche ore prima dei delitti: «Chissà dove l’ha infilata la pistola, la pistola non la troveranno mai, non la troveranno mai», diceva Stefano Bedini rivolgendosi alla moglie Paola Menconi in un colloquio intercettato dai carabinieri del nucleo investigativo.

La ricostruzione

Gli investigatori hanno cristallizzato numerosi indizi A carico di Daniele Bedini (difeso da Reboa e Costanza Bianchini). Sono state individuate tracce di Dna delle vittime sul furgone da lavoro che sarebbe stato usato dal trentenne di Carrara durante gli omicidi.

Tra gli elementi più significativi ci sono pure le immagini registrate dalle telecamere tra Sarzana e Carrara: riprendono un pick up Fiat Strada bianco mentre avvicina le vittime. La telecamera del negozio accanto alla falegnameria di famiglia mostra Bedini quando rientra a casa: una volta lo si vede spogliarsi, un’altra ha in mano indumenti da donna e perfino la targa che è stata rimossa dall’auto della trans.

Il processo

Il processo a carico di Daniele Bedini si sta svolgendo, ormai da un paio di Mese, davanti alla Corte di Assise del tribunale spezzino.

Le udienze sono calendarizzate (ogni lunedì) per consentire di procedere a ritmo serrato verso la conclusione dell’istruttoria. L’imputato, Daniele Bedini, che si trova nel carcere di massima sicurezza di Novara, fino ad oggi è stata presente a quasi tutte le udienze e al momento non ha rilasciato dichiarazioni spontanee ma sarà sentito fra alcune settimane.

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