Elena Bottari e il futuro dei balneari: facciamo squadra per avere certezze
È vicepresidente del Consorzio Balneari di Marina di Carrara: «Siamo qui per tutelare l’ambiente e la storia del territorio
CARRARA. La nostra iniziativa, il gioco “Il Bagno del Cuore”, ci dà lo spunto, come già accaduto per Itala Tenerani presidente del Consorzio Riviera Toscana Marina di Massa, per rivolgere alcune domande a Elena Bottari, del Bagno Morgana, Vice Presidente del Consorzio Balneari di Marina di Carrara.
Il Consorzio Balneari di Marina di Carrara, di cui è Vice Presidente, sostiene il gioco del Tirreno Il bagno del cuore. L’obiettivo comune, la valorizzazione della storia e dell’unicità di un territorio a precisa vocazione turistica, nel quale il turismo balneare è un elemento cardine. Quale lo spirito con cui affrontate questa nuova stagione turistica, di fatto già iniziata?
«Con lo spirito di chi è in attesa da sempre di avere qualcosa di chiaro e definito dal punto di vista giuridico: se possiamo rivolgere una richiesta all’Amministrazione è proprio questa, che vengano messi nero su bianco questi 15 anni previsti dalla legge nazionale sulla concessione demaniale, che venga formalizzata l’estensione dei 15 anni già riconosciuti dalla legge per le concessioni. E poi ci auguriamo l’uscita dalla Bolkestein: questi 15 anni, alla fine non ci bastano, come facciamo ad investire? I nostri figli che lavorano con noi, hanno un futuro oppure no? Dobbiamo saperlo».
Il vostro Consorzio è la realtà numericamente più importante di Marina di Carrara: può darci un quadro dei motivi della nascita, e degli obiettivi principali per il presente e per il futuro?
«Abbiamo costituito questo Consorzio per due motivi: per fare squadra tra di noi, per collaborare e difenderci. Perché tutti hanno potere sul Demanio: siamo in attesa che arrivi anche il Vaticano. Ma il motivo principale è lo sviluppo del turismo, lavorare bene per il nostro territorio e per tornare al locale che poi è l’esatto opposto della globalizzazione, perché noi sappiamo benissimo di non essere proprietari dell’arenile: siamo noi che apparteniamo a questa terra, perché siamo noi che ne abbiamo fatto la storia. Ed è anche per questo che vogliamo impedire l’arrivo delle multinazionali straniere che con la Bolkestein troverebbero strada facile. Allo stesso tempo vorremmo restituire qualcosa a questa terra che ci ha dato tanto e questo si traduce con il nostro impegno con il sociale per esempio, dato che facciamo parte della Consulta provinciale della disabilità. E non è un caso che il protocollo della Regione Plastic Free ha tra i firmatari Marco Pardi e Stefania Frandi, entrambi di Carrara e appartenenti ai due sindacati di riferimento dei Balneari (Confcommercio e Confartigianato). Quindi possiamo dire che gli obiettivi siano: difendere la categoria, sviluppare il turismo, difendere l’ambiente e il nostro mare e l’impegno nel sociale».
Territorio dalle caratteristiche uniche, e, nelle vicinanze, la magìa della Lunigiana con l’enogastronomia, le frazioni montane dei Comuni di costa così ricche di storia e di valori umani. Come fare per intrecciare una sinergia più stretta?
«È una bella domanda. Con la Lunigiana abbiamo un bel progetto, un protocollo di intesa con il Comune di Casola, praticamente è uno scambio turistico. Casola ha i pullman che portano gli studenti a scuola fermi durante l’estate, così il giovedì porteranno i loro abitanti al mare e saranno ospiti a prezzo convenzionato (affitto ombrelloni e sdraio) e poi il pullman ripartirà nella stessa mattinata portando in Lunigiana quei turisti che abbiano voglia di fare visite alle pievi lunigianesi o escursioni in quelle terre, per esempio al Pizzo d’Uccello, e sono previste anche degustazione di prodotti tipici (per eventuali info su programmi e calendari 3286873294 n.d.c.). Speriamo che funzioni, il nostro territorio è meraviglioso».
Torniamo a concentrarci sul turismo balneare: puntate molto su innovazione, sicurezza e inclusione, quali le novità su questi fronti?
«Sulla sicurezza siamo in ballo da tempo: abbiamo un piano collettivo di salvataggio, defibrillatori, personale formato. E anche con l’inclusione siamo avanti: è dal 1982 che abbiamo sedie per i disabili perché raggiungano la spiaggia. Sull’innovazione, ora come ora, credo dovremmo fare tutti un passo indietro e tornare alle cose semplici, ai castelli sulla battigia: il nostro è sempre stato un turismo per famiglie. E poi, penso, dobbiamo dare una città bella: manca un po' di bello, il curato». —