Il Tirreno

il caso 

Carc, la festa è in calendario ma la Comasca non la ospita

C.S.
Carc, la festa è in calendario ma la Comasca non la ospita

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massa. La vicenda si apre con una lettera. In calce ci sono le firme del presidente del consiglio Stefano Benedetti e del consigliere comunale Alessandro Amorese (Fdi): sollevano dubbi sull’opportunità di autorizzare la Festa della Riscossa Popolare promossa dal partito dei Carc. Ed è lo stesso Benedetti oggi a far sapere che all’organizzazione di quella festa è arrivato anche il no dell’associazione che gestisce il Parco della Comasca. Perché è in quel parco che la manifestazione è prevista dall’11 al 17 agosto prossimo. Non solo, il presidente del consiglio ricorda che è ancora aperta la questione legale che riguarda l’occupazione abusiva di via Stradella da parte dei Carc.

Elena Tartarini, segretaria della sezione Carc di Massa, a nome del partito, spiega che la festa di Riscossa popolare è in programma eccome, prevista, nero su bianco, anche nel calendario delle sagre: «Il 7 maggio in Comune - fa il punto - ci è stato confermato che sono stati regolarmente presentati tutti i documenti necessari per la festa. A livello tecnico è tutto a posto. La questione - aggiunge - è politica». E sul fatto che ai Carc sia stata fatta una multa lo scorso anno, in occasione della Festa, Elena Tartarini smentisce: «Non abbiamo ricevuto verbali. Benedetti non attacca noi, ma l’intera città impedendo un momento di socialità e incontro. Pensi alle vere priorità del territorio». Festa in calendario, quindi, ma Afd-Afaph onlus, che gestisce la Comasca, conferma che non è disposta a dare in uso ai Carc l’area per la festa: «Non ce l’ho certo con i Carc - spiega Daniele Carmassi, direttore dell’associazione - siamo disposti a mettere a disposizione dei Carc tavoli, sedie e materiale, ma il direttivo di Afaph ha parlato chiaro e non concede l’area. Ha già deliberato che dal 2020 alla Comasca non si svolgerà alcuna festa di partito, e questo agosto il parco non ospiterà l’iniziativa dei Carc. Purtroppo - motiva Carmassi - lo scorso anno la nostra associazione ha rischiato una multa di 6.000 euro: durante la festa ci sono stati campeggi non autorizzati, abbiamo chiesto di rimuovere le tende, non è accaduto e, in quanto gestori, siamo stati anche richiamati dal Comune. Da qui la decisione del consiglio direttivo. Nelle diatribe politiche - conclude - non vogliamo entrare». Così la festa è in calendario, ma rischia di non avere uno spazio che la ospiti. —C.S.

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