Il Tirreno

Lucca

La meglio gioventù

Lucca, restituiscono il portafoglio smarrito: il ministro Valditara li invita a Roma

di Gianni Parrini

	Vittorio Sebastiani e Alessandro Dal Pino con il dirigente della questura Virgilio Russo e  Fouad Annour
Vittorio Sebastiani e Alessandro Dal Pino con il dirigente della questura Virgilio Russo e  Fouad Annour

Due 17enni del liceo Paladini protagonisti di un piccolo grande gesto

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LUCCA. «Mille euro tutti in una volta non li avevamo mai visti. Tentazione di prenderli? Non proprio. Quando abbiamo tirato fuori la tessera sanitaria e il permesso di soggiorno abbiamo capito che in quel portafoglio c’era la vita di una persona. A quel punto non è stato difficile capire quale fosse la cosa giusta da fare». Vittorio Sebastiani e Alessandro Dal Pino sono due 17enne genuini. Ancora non si capacitano di aver attirato tutta questa attenzione per un gesto che descrivono come naturale e spontaneo. I due compagni di classe del liceo delle Scienze umane Paladini, mercoledì pomeriggio sono saliti su un bus per andare a studiare da un’amica e qui hanno rinvenuto un portafoglio appena smarrito da un 57enne. Dentro c’erano ben 1.000 euro, lo stipendio del mediatore culturale sceso un paio di fermate prima. Avrebbero potuto tenersi i soldi e lasciare lì il portafoglio. Del resto, già il mito platonico dell’anello di Gige mostrava che non tutti siamo inclini ad agire rettamente se nessuno ci controlla e ci giudica. Per i due ragazzi, invece, il dilemma morale è stato risolto in un lampo. Prima hanno avvertito i genitori e poi hanno chiamato la polizia. Così, giovedì sono andati in Questura per restituire il portafoglio, con soldi e documenti, al legittimo proprietario (di cui parliamo sotto). Quest’ultimo li ha ricompensati, dando loro il 5% della somma, come stabilito dal codice civile.

Ma il premio più bello e inatteso è arrivato qualche ora dopo. Il Ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha elogiato i due ragazzi invitandoli a Roma per un incontro: «Il gesto di grande onestà e senso civico compiuto dai due studenti del liceo Paladini è un esempio concreto di integrità e responsabilità. La scuola non è solo il luogo in cui si acquisiscono conoscenze, ma anche quello in cui si formano cittadini responsabili, capaci di scelte etiche e solidali. Complimenti, dunque, innanzitutto a questi ragazzi. Complimenti anche alle loro famiglie e alla comunità scolastica che hanno contribuito a trasmettere loro valori così importanti».

“You can be a hero, just for one day”, cantava David Bowie e quello dei due giovani è stato un piccolo grande gesto di eroismo quotidiano. Un’azione che li porterà a Roma per un giorno da ricordare

Quando si parla di giovani, spesso lo si fa in modo approssimativo o per questioni come il bullismo, la dipendenza dai videogiochi, la depressione o una certa apatia per le cose che i “grandi” reputano importanti. In realtà, è più un limite di chi li racconta (o prova a farlo) senza riuscire a mettere a fuoco la loro realtà. «Siamo due ragazzi normali – raccontano Vittorio e Alessandro –. Ci siamo conosciuti in prima superiore e siamo diventati amici, ci frequentiamo anche fuori da scuola e spesso di pomeriggio studiamo insieme ad altri compagni all’Agorà».

Come molti ragazzi della loro età i due amano i videogiochi (Fifa, Fortnite, Call of Duty in modalità multiplayer), sono su Instagram e TikTok ma non su Facebook, usano con moderazione ChatGpt («Solo per un riscontro», dice Alessandro). Vittorio abita a Sant’Alessio con i genitori ed lo potremmo definire una vittima dell’“effetto Sinner”: «Mi piace lo sport – racconta –. Ho giocato per dieci anni a basket, nel Bcl e nel Pescia. Ora sono passato al tennis. Libri? Non molti, però mi piacciono le biografie degli sportivi, ad esempio quella di Nadal»

«Io invece ho sempre giocato a calcio – racconta Alessandro, che vive a San Vito – Atletico Lucca, Porcari, Valdottavo e ora Segromigno. Da piccolo ero appassionato di Geronimo Stilton ma non sono mai stato un grande lettore. Il fine settimana? Dipende. Un giro in centro a Lucca o magari la discoteca: il Drop o il Reloò». Appartengono alla generazione che ha attraversato la pandemia, ma non per forza in modo negativo: «Io l’ho vissuta benissimo – dice Alessandro – Non so bene come spiegarlo, ma è così. Grazie ai videogame – aggiunge Vittorio – siamo rimasti collegati con gli amici e abbiamo trovato il modo di comunicare. Come ci vediamo da grandi? A entrambi piacerebbe fare Scienze motorie all’università e poi lavorare in questo settore». Domanda delle cento pistole: la scuola deve formare il cittadino o il lavoratore? «Per noi viene prima l’uomo», dicono. Ieri l’hanno dimostrato. l


 

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