Il Tirreno

Lucca

Il delitto di Lunata

Omicidio in cartiera a Lucca: Artan ucciso con una fucilata

di Pietro Barghigiani
Omicidio in  cartiera a Lucca: Artan ucciso con una fucilata

L'esito dell'autopsia: colpito alle spalle nella parte destra del collo. Recuperati diversi pallini contenuti nella cartuccia

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LUCCA. Non ha usato una pistola di piccolo calibro. Per uccidere Artan Kaja si è servito di un fucile, di quelli caricati a cartucce con i pallini. Un colpo solo devastante, esploso con la canna corta a pochi centimetri dal bersaglio centrato al collo poco sotto l’orecchio destro.

È il dettaglio emerso al termine dell’autopsia conclusa nel primo pomeriggio all’obitorio del Campo di Marte sul corpo dell’imprenditore albanese 52enne, residente a Lunata con moglie e due figli, ucciso il 7 gennaio nel piazzale della Smurfit Kappa a pochi metri dalla sua abitazione. In carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione si trova Marjan Pepa, camionista, coetaneo della vittima di cui un tempo era grande amico al punto da essere ospitato in un periodo in cui non aveva una dimora stabile.

L’autopsia disposta dal sostituto procuratore Lucia Rugani, effettuata ieri mattina dal medico legale Ilaria Marradi e dal tecnico Walter Calugi, ha chiuso la fase degli accertamenti irripetibili e la salma può essere riconsegnata alla famiglia per l’ultimo saluto.

L’arma usata non sposta la portata dell’indagine che presenta ancora diversi punti oscuri. Non solo Pepa si è limitato a dire, una volta che si è presentato in caserma il giorno dopo l’omicidio, di essere il responsabile del delitto senza fornire altri dettagli. Nessuna parola su dove si trovi l’arma, né il suo cellulare.
La confessione incompleta
«Non riesco a parlare» ha detto al gip nell’udienza di convalida. Gli investigatori dei carabinieri non si accontentano di una confessione iniziale priva di un contenuto che prima di tutto deve chiarire il movente.

I dissapori tra chi è passato da un rapporto di profonda amicizia ad armarsi per uccidere la stessa persona non possono spiegare del tutto la genesi dell’omicidio. E fino a che Pepa resterà in silenzio su questo e altri aspetti sul delitto rimarrà più di un’ombra.

Artan, per tutti Tony, aveva appena finito di parlare al cellulare con il fratello quando è stato raggiunto dalla fucilata mortale. Pepa conosce l’ambiente per averci lavorato come esterno per una decina d’anni. In silenzio è arrivato alle spalle di Artan e ha esploso il colpo. Poi ha raccolto la cartuccia, questa la probabile ricostruzione, per sparire ritornando sui passi percorsi per introdursi nella cartiera scavalcando il muro di confine che separa il camposanto dalla Smurfit.

I frammenti di munizioni rinvenuti nel corso dell’autopsia nell’area del collo raccontano di un colpo sparato a distanza ravvicinata. Tony non si è accorto di nientel




 

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