Lucca, daspo urbani contro due persone moleste
I provvedimenti della questura dopo una serie di episodi in centro. Uno dei due non potrà entrare nei pubblici esercizi per tre anni
LUCCA . La Polizia di Stato prosegue nelle misure di prevenzione nei confronti di persone ritenute socialmente pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica. Nelle ultime 48 ore la Divisione Polizia Anticrimine della Questura, su proposta della Squadra Volanti, ha predisposto due Dacur (daspo urbaniI) ad altrettanti soggetti, entrambi con svariati precedenti e condanne specifiche per reati “da strada” e di indole violenta. Il primo ad essere colpito dalla misura di prevenzione è un cittadino 58enne dell’Europa dell’est, da tempo regolarmente residente a Capannori, resosi protagonista nel pomeriggio del 20 giugno in piazza San Frediano, gremita da turisti e famiglie, di aggressioni verbali verso i passanti e i titolari di un esercizio commerciale, complice anche lo stato di ubriachezza. Nell’occasione è stato provvidenziale l’intervento dei poliziotti, giunti in breve sul posto, contro cui l’uomo ha rivolto la sua ira, che lo hanno dapprima tranquillizzato e poi accompagnato in questura, dove ha potuto sbollire la sbronza senza ulteriori danni, prima di essere denunciato per oltraggio resistenza e minacce a Pubblico Ufficiale, nonché per violazione della legge sulle armi perché trovato in possesso di un paio di forbici acuminate. Per lui il Questore ha adottato il Divieto di accesso a tutti i locali pubblici di piazza San Frediano per 2 anni. Il secondo è un cittadino lucchese 51enne, che la sera del 19 giugno, in via San Paolino, ha minacciato il titolare di un ristorante e infranto la vetrina del locale. La polizia è intervenuta tempestivamente e lo ha accompagnato in questura, denunciandolo. Nel 2022 fu arrestato da una pattuglia della Squadra Volanti per un episodio analogo: il questore ha adottato nei suoi confronti un Dacur aggravato, inibendogli l’accesso a tutti gli esercizi pubblici ricompresi nelle mura urbane per il tempo massimo consentito dalla legge: 3 anni.