La Libertas fa l'agnellino di fronte ai lupi
Gli amaranto steccano di brutto sul parquet di Avellino e perdono la sfida-salvezza. Fatale il gap ai rimbalzi (53-32): Hooker ancora il migliore, prova grigia di Banks
AVELLINO. Come a Rieti. Anzi: peggio, perché se non altro i Sabini hanno l’aria di essere una squadra destinata a stare nella parte sinistra della classifica, mentre Avellino lotterà (probabilmente con successo) per la salvezza.
Signori: al Pala Del Mauro non c’è stata partita. Mai. Mai una volta in vantaggio, mai una volta che la Libertas abbia dato la sensazione di poter dire la sua. Pronti via e i Lupi hanno azzannato alla gola gli Amaranto al punto che Andreazza – capita l’antifona – dopo 130” ha speso il primo time out a disposizione quando il punteggio segnava 8-2 per i padroni di casa, Earlington aveva fatto esercizio di tiro al bersaglio (3/3 da 2) e alla voce rimbalzi era iniziata la via crucis (6-1). Purtroppo tanto tuonò nei primi minuti che piovve. Anzi: grandinò. E i danni sulla carrozzeria della Libertas sono stati evidenti. Per la verità due fuochi (fatui) ci sono stati. Uno è stato appiccato da una tripla di Hooker e due liberi di Filloy (da 10-4 a 10-9), il secondo da 25-15 a 26-24 (triple in serie di Italiano, Banks e Filloy). Poi stop.
La LL purtroppo si è accomodata tristemente fuori dal campo con un linguaggio del corpo preoccupante e Avellino ha fatto tutto quello che le è parso, soprattutto sotto i canestri. Sì: i canestri, al plurale perché nella propria metà campo ha difeso forte costringendo spesso la LL a tirare tanto (e male) da 3, e regalandosi di conseguenza la possibilità di catturare vagonate di rimbalzi. Dall’altra parte si è potuta permettere percentuali tendenti al basso, tanto in attacco spazzolava il cristallo della Libertas. In troppe circostanze i padroni di casa hanno beneficiato di due o tre extrapossessi. E in questo giochino se tiri, sbagli, prendi il rimbalzo, tiri di nuovo, sbagli ancora, ma riprendi il rimbalzo e può tirare per la terza volta, alla lunga anche se non hai esattamente le mani di Curry, il fondo della retina lo trova.
Chiuso l’intervallo a una distanza accettabile (-8, 27-35, ma – 15 alla voce rimbalzi…19-34) la Libertas ha finito la corsa (proprio come accadde a Rieti) nel terzo quarto durante il quale cuore, fegato, reni e polmoni dei tifosi amaranto, sono finiti nel cassonetto dell’organico. Avellino è calata solo in un fondamentale: guardacaso il rimbalzo. Il motivo è stato semplice: di rimbalzi non ha più avuto bisogno perché ha iniziato a crivellare la retina amaranto anche da tre, mentre la Libertas ha pasticciato in attacco incaponendosi nel tiro dalla distanza e cercando improbabili soluzioni personali.
Morale: 34-15. 34 incassati in 10'. E dire che nelle ultime due partite Forlì e Cividale erano state tenuti rispettivamente a 67 e 66. Al 30' il tabellone segnava 69-42. Anzi. Per la verità se Hooker non avesse messo dentro la preghiera da 10 metri sulla sirena, 30, oltre ad essere il numero dei minuti giocati, sarebbe stato anche il vantaggio di Avellino: 69-39.
Tutto troppo brutto per essere vero. Nell'ultimo quarto - come succede spesso in partite come questa che sono già cotte e mangiate dopo tre tempi - Avellino ha alzato il piede dall'acceleratore. Così la Libertas ha potuto limare il distacco che è sceso fino al -16 finale con un parziale di 26-15 negli ultimi 10'. Restano le cifre a mortificare gli Amaranto. 113 a 65 nella valutazione di squadra, 36 tiri da due tentati e ben 31 da 3. Impietosi i numeri che certificano la supremazia irpina a rimbalzo: 53 a 32.
Adesso la Libertas deve assolutamente resettare e mettere la testa dentro la prossima partita, quella in casa con Pesaro. E mercoledì sarà vietato sbagliare anche perché nella parte bassa della classifica tutti stanno avviando le pratiche per togliersi dalle sabbie mobili.