Scalzo, il gol rifiutato in nome del fair play: «Contano i valori»
L’attaccante, 47 anni, non ha messo il pallone in porta dopo uno scontro e il rinvio sbagliato del portiere
Avere 47 anni e continuare a giocare a calcio in una squadra vera infischiandosene della carta d'identità è un fatto straordinario. Per molti, ma non per Christian Scalzo che dopo trent'anni di una buonissima, passata anche per il Livorno, il Siena e il Genoa, continua a divertirsi e a segnare nel Massa Valpiana, in Prima Categoria. Nella sua vita, di gol ne ha fatti oltre 140, ma il più bello lo ha realizzato domenica scorsa quando ha deciso di...non segnare in nome del fairplay.
Tutto è accaduto nei minuti finali di Massa Valpiana-Capanne, diciottesima giornata di un campionato che vede la squadra di Scalzo impegnata nella caccia ai playoff: «Sul risultato di 1-1 a metà campo si è verificato uno scontro duro tra due giocatori. Il loro capitano ha passato il pallone al proprio portiere gridandogli di spedirla fuori. Il portiere, un ragazzo del 2000 che potrebbe essere mio figlio, anziché mettere la palla in fallo laterale ha sbagliato il rinvio mettendomela sui piedi. Io, che ero al limite dell'area istintivamente l'ho puntato, l'ho aggirato e sono andato verso la porta vuota per fare gol».
Poi, improvvisa, è arrivata l'obiezione di coscienza: «Stavo per metterla dentro, quando ho sentito come un blocco e mi sono fermato. Ho 47 anni. Gioco per divertirmi. Sentivo le grida del mio avversario e non me la sono sentita di segnare». La partita è finita 1-1. Il suo Massa Valpiana ha perso due punti pesanti in chiave playoff, ma lui è sereno: «Sul momento ho sentito gli applausi degli spettatori e poi ho visto le facce incredule di compagni e avversari. Sul momento il mio allenatore Massimo Cavaglioni e il presidente Riccardo Berti sono rimasti basiti e anche un po' indispettiti. Il mister vuole vincere sempre. Il pres ci mette i soldi. Poi però ci siamo chiariti e tutti hanno apprezzato il mio gesto».
Qualcuno ha insinuato che l'avversario avesse simulato di essersi fatto male. Scalzo rispedisce al mittente l'insinuazione: «Non mi interessa. Io sono a posto con me stesso, con il mio modo di vivere il calcio. Se quel ragazzo ha simulato, farà i conti con la propria coscienza». E a chi pensa che - con 140 gol già segnati uno in più o in meno non fa differenza - risponde così: «Non scherziamo. Gli attaccanti voglio fare gol sempre e comunque. Domenica mi sarei fermato anche se fossi stato un terzino con zero gol all'attivo. Certi valori e principi valgono ben più di una partita di calcio».