L’Urologia di Livorno si rafforza ancora: dopo il robot, ecco il super laser. Cosa è e come funziona
Il primario Maurizio De Maria: «Così migliora la chirurgia endoscopica»
LIVORNO. L’Urologia dell’ospedale di Livorno si rafforza ancora sul fronte tecnologico. Dopo il robot “Versius plus” di cui Il Tirreno ha dato notizia nei giorni scorsi, ecco ora un laser di ultima generazione che sarà utilizzato per la chirurgia endoscopica. «Si tratta di un laser a holmio, molto più potente rispetto a quelli utilizzati fino a oggi nel nostro presidio ospedaliero – sottolinea Maurizio De Maria, primario dell’Urologia di Livorno – . Questo strumento non solo ci consentirà di fare chirurgia per la calcolosi ma anche chirurgia per la prostata».
Cos’è
Il laser a holmio è una tecnica endoscopica che viene utilizzata in Urologia per patologie come l’ipertrofia e l’iperplasia benigna della prostata. In pratica, l’intervento consiste nel distaccare l’adenoma prostatico e, in un secondo momento, sminuzzato e asportato. E questa tipologia di laser a olmio ha un’energia luminosa (100 Watt Lumenis) molto poco invasiva: penetra, infatti, in modo superficiale ed è capace di tagliare la parte interessata di tessuto con il minimo trauma, evitando quindi lesioni termiche nel tessuto adiacente.
I benefici
E per il paziente i benefici sono pressoché immediati: il trattamento dona al paziente un sollievo immediato dai sintomi, migliorando di conseguenza la sua qualità di vita. La tecnica endoscopica del laser a Olmio si usa per la rimozione degli adenomi prostatici, in altre parole parti di tessuto prostatico che causano l’ostruzione, senza il bisogno di intervenire chirurgicamente sulla cute. Da qui una serie di vantaggi: è un intervento molto preciso, senza che venga inciso l’addome e la vescica. Infatti, il laser passa attraverso il canale urinario evitando l’abbondante sanguinamento, tipico degli interventi a cielo aperto. Inoltre, diminuiscono le complicanze e i tempi di recupero post-intervento.
La tecnologia
Ma, come anticipato, non sarà l’unica novità di cui potrà beneficiare l’Urologia livornese. Sì, perché a breve arriverà anche un robot innovativo per gli interventi chirurgici. È il frutto del protocollo d’intesa tra l’Asl Toscana nord ovest ed Eni e la sua nuova casa sarà proprio l’ospedale di Livorno. Anche se, vista la sua conformazione – compatta e trasportabile – si alternerà con il presidio ospedaliero di Massa. E soltanto con la nuova piattaforma robotica (a noleggio per cinque anni) sono previsti 200-300 interventi chirurgici ogni anno. Il sistema “Versius” è formato da quattro bracci indipendenti di dimensioni e peso ridotti e una consolle contenuta (proprio per spostare il robot facilmente da un presidio all’altro) ed è capace di ottimizzare il flusso di lavoro del blocco operatorio e favorire l’accesso al sistema da parte di più specialità/équipe chirurgiche che operano in sale diverse: il robot consente di riprodurre i gesti compiuti dal chirurgo con una precisione notevole, che lascia meno margini all’errore umano. «L’innovazione tecnologica è ormai parte fondamentale del progresso chirurgico – evidenzia il primario – e per questo ringraziamo la direzione generale per l’attenzione verso questo tema».
Tra vecchio e nuovo
Anche il sindaco Luca Salvetti evidenzia l’importanza della tecnologia. «Parlando di sanità e nuovo ospedale ho sempre detto che dovevamo puntare senza più indugi ad avere una nuova struttura e contemporaneamente lavorare perché gli anni che ci dividono dalla sua inaugurazione vedessero crescere ugualmente l’offerta sanitaria per i cittadini livornesi – sottolinea il primo cittadino – . In poche parole: avanti convinti sul progetto, sui finanziamenti, sulla costruzione del monoblocco e della cittadella della salute, ma al tempo stesso lavoriamo per mantenere le nostre eccellenze e implementare servizi, livello delle prestazioni, del personale sanitario nel suo complesso e di strumentazioni e attrezzature».
«Il “robottino” chirurgico in arrivo è l’esempio di questa strategia e di questo impegno – conclude Salvetti – . L’idea che ci era stata prospettata ed era difficile da realizzare anche dal punto di vista economico. Ci siamo confrontati con l’Asl e abbiamo poi pensato ad Eni come soggetto in grado di sostenere un progetto di grande valenza per i livornesi. Con l’assessore Andrea Raspanti, i consiglieri Enrico Bianchi e Roberto Danieli e con il lavoro di contatto portato avanti da Pietro Contorno abbiamo costruito una bella rete che ha consentito l’arrivo del macchinario che darà una svolta all’intera attività chirurgica. In questi anni oltre al “robottino” sono stati molti altri i momenti in cui l’offerta sanitaria livornese si è qualificata; dobbiamo continuare così».
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