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Gli scenari

La morte di Papa Francesco può segnare la svolta: i nomi dei possibili successori e come funziona l’elezione del nuovo Pontefice


	L'elezione di Papa Francesco il 13 marzo 2013
L'elezione di Papa Francesco il 13 marzo 2013

Il Vaticano entra in sede vacante dopo la morte di Bergoglio: il Conclave si prepara a scegliere la nuova guida spirituale tra riforme, diplomazia e sfide globali

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La morte di Papa Francesco, avvenuta alle 7:35 di lunedì 21 aprile nella sua residenza di Casa Santa Marta, segna la fine di un pontificato che ha profondamente trasformato la Chiesa cattolica. Con la scomparsa di Jorge Mario Bergoglio, primo Papa gesuita e sudamericano della storia, si apre ufficialmente il periodo di sede vacante e il mondo si prepara al Conclave che eleggerà il suo successore.

Le regole del Conclave

Il Conclave, regolato dalla Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, sarà convocato nei prossimi giorni dal cardinale camerlengo Kevin Farrell. Solo i cardinali con meno di 80 anni hanno diritto di voto. Attualmente, si stima che siano circa 120 gli elettori aventi diritto. Il voto avverrà all’interno della Cappella Sistina, in isolamento assoluto. Ogni giorno saranno effettuate fino a quattro votazioni: due al mattino e due nel pomeriggio. Per eleggere il nuovo Papa è necessaria una maggioranza qualificata dei due terzi. Al termine di ogni votazione, la fumata nera o bianca comunicherà al mondo l’esito delle urne.

I possibili successori

Tra i nomi più accreditati per il soglio pontificio spicca Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, noto per le sue capacità diplomatiche e la sua influenza nelle relazioni internazionali della Santa Sede. Altro possibile successore è Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e vicino alla Comunità di Sant'Egidio, noto per il suo forte impegno per la pace e il dialogo sociale. Se il Conclave optasse per un papa asiatico, il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, sarebbe una scelta di grande rilievo, simbolo della vitalità cattolica nel continente asiatico. Tra le figure emergenti vi è anche Jean-Claude Hollerich, gesuita lussemburghese e relatore del Sinodo sulla sinodalità, molto apprezzato da Francesco per la sua attenzione ai temi sociali. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, si distingue per la sua esperienza nel dialogo interreligioso, mentre Philippe Aveline, arcivescovo di Marsiglia, e Mario Grech, maltese, condividono un forte impegno per l'ecumenismo e il rinnovamento pastorale. Dal Portogallo, il cardinale José Tolentino de Mendonça rappresenterebbe un'opzione significativa per la sua sensibilità culturale e teologica. Negli Stati Uniti spiccano due nomi: Wilton Gregory, primo cardinale afroamericano e attuale arcivescovo di Washington, e Blase Cupich, arcivescovo di Chicago, entrambi interpreti di una Chiesa attenta alle sfide contemporanee. Un’altra ipotesi affascinante è quella dell’elezione di un Papa africano. In questo scenario, Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa, emerge per il suo impegno per la giustizia sociale e la difesa dell’ambiente. Al contrario, Robert Sarah, guineano, rappresenta una figura conservatrice di spicco, già prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino. Infine, anche se le probabilità di un nuovo Papa latinoamericano sembrano ridotte, non si escludono le candidature di Sérgio da Rocha, arcivescovo di San Salvador de Bahia, e Leonardo Steiner, arcivescovo di Manaus.

Verso una nuova direzione

Il futuro della Chiesa cattolica si prepara a una possibile svolta. Il Conclave che si aprirà nei prossimi giorni determinerà non solo chi guiderà la comunità dei fedeli nel mondo, ma anche quale visione spirituale e politica orienterà la Santa Sede nel nuovo millennio. Sarà un Papa di continuità o di discontinuità con Francesco? Una guida pastorale, diplomatica, o riformista? La risposta arriverà presto, con una nuova fumata bianca.

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