Papa Francesco e lo sport: la squadra del cuore, il ruolo in campo e la risposta sul “10 migliore di sempre”
Il pontefice argentino incontrò Maradona ma nonostante fossero connazionali a lui preferì un altro grandissimo giocatore
Un legame indissolubile per la capacità di diffondere valori profondi e per quel senso ecumenico del sacrificio. Perchè 'sacrum facere', ripeteva, è sacralità alla fatica. Per Papa Bergoglio lo sport ha avuto uno spazio importante nella sua vita spirituale e ha arricchito di contenuti il messaggio del suo Pontificato considerando la funzione della pratica sportiva come un generatore di comunità per i giovani ma soprattutto un alleato formidabile nel costruire la pace.
Il tifo per il San Lorenzo
Da sempre vicino agli atleti e ai temi dello sport, Bergoglio, di sangue italo-argentino e vocazione spirituale fin dalla gioventù, ha da subito legato il suo destino al club calcistico del San Lorenzo de Almagro, squadra di un quartiere di Buenos Aires, per cui ha fatto il tifo da ragazzo. La foto che lo immortala con la maglia dai colori rossoblù (quelli della Madonna Ausiliatrice a cui nell'oratorio Sant'Antonio è dedicata una cappella) a poche settimane dalla sua nomina, resta una delle immagini più iconiche di Papa Francesco.
L’incontro con Maradona e la “mano de Dios”
Ma 'immortale', come simbolo e sintesi di un modo di concepire la fotrza dello sport, è l'immagine dell'incontro in Sala Nervi del Pontefice con Diego Armando Maradona nel settembre del 2014 prima della Partita della Pace, il 'Diez' artefice della vittoria del Mondiale del 1986 a cui, lo racconta lui stesso nell'autobiografia 'Life', fece la battuta su quale fosse 'la mano de Dios'. Calcio e religione sono vissuti con grande attenzione e profondità umana in Argentina e Bergoglio non ha mai lasciato indietro quel mondo dello sport che aiuta a superare la cultura dello scarto.
Ma la sua preferenza era per un brasiliano
"Maradona o Messi, chi è il più grande?" Anche Papa Francesco si ritrovò a rispondere a questa domanda, sorprendentemente frequente. La sua replica, però, ha spiazzato tutti: «Sono entrambi straordinari, ma il mio preferito resta Pelé». Una risposta che svela anche un dettaglio curioso: il Pontefice possiede la storica maglia verdeoro del Brasile, firmata proprio dal leggendario campione.»
Il ruolo in campo a calcio
«Da piccolo mi piaceva il calcio, ma ho giocato anche a basket, lo sport di mio papà. Io ero una 'pata dura' e allora mi mettevano sempre in porta. Fare il portiere è stata una grande scuola di vita», dichiarò in una intervista. Meno atletico di Papa Wojtyla, appassionato sciatore, Bergoglio ha però spinto sull'acceleratore dello sport al servizio dell'inclusione e della condivisione, soprattutto in uno dei momenti più delicato del suo Pontificato, quello della pandemia, dove era necessario ancorarsi a valori fondamentali. Non a caso nel 2011 pubblicò il libro 'Lo sport secondo Papa Francesco' definito una autentica 'enciclica laica'.
L’importanza di allenarsi
Alla domanda su quale sia il segreto per competere nel campionato della santità rispose che l'unico segreto è quello di mettersi in gioco. «Cosa fa un giocatore quando è convocato per una partita o un atleta prima di partecipare ad una gara? Si deve allenare, allenare e ancora allenare. Ecco: per me allenarmi - e anche un Papa si deve sempre tenere in allenamento! - è chiedere ogni giorno a Dio "Che cosa vuoi che faccia, che cosa vuoi della mia vita?», fu il suo pensiero.
L’elezione e la vittoria del San Lorenzo
Dalle parti di Almagro venne visto come un segno del destino il fatto che il primo anno dopo l'elezione di Jorge Mario Bergoglio al soglio pontifico abbia regalato al San Lorenzo, emozioni tra le più importanti della sua storia, dal primo posto nell'Inicial (la fase d'andata del campionato argentino) alla Copa Libertadores nel 2014.Lo definirono l'effetto-Francesco che diedero ancora più peso ai principi cardine del concerto di sport: lealtà, impegno, sacrificio, inclusione, spirito di gruppo, ascesi e riscatto. La Chiesa con il pontefice francescano ha stretto ancora di più un legame profondo con l'attivita sportiva, "perché crede nel gioco come luogo di incontro tra le persone, di formazione ai valori e di fraternità". E non ha mai perso occasione per ricordare come lo sport allena il cuore mentre il doping è l'annullamento della dignità.