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Da Livorno al mondo, con Rosita Romani star e personaggi diventano pupazzi: «Uno al dottor Nowzaradan in Usa»

di Luca Balestri

	Il dottor Nowzaradan col pupazzo della livornese Rosita Romani e l'artista col tenente Colombo
Il dottor Nowzaradan col pupazzo della livornese Rosita Romani e l'artista col tenente Colombo

L’artigiana che crea su misura: «La mia passione è diventata un lavoro da quando ho perso mia sorella»

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LIVORNO. «Da quando ho perso mia sorella, che era un anno più grande di me, ho dato una svolta alla mia vita, ho cambiato modo di vedere le cose. Mi sono buttata nel fare quello che mi sarebbe piaciuto fare da sempre». Non è da tutti cambiare vita quando la si ha già consolidata, ma dieci anni fa la livornese Rosita Romani è riuscita nell’impresa. Grazie ai pupazzi, che sono sempre stati la sua passione. E oggi si può dire che il suo progetto “Soft doodles” sia andato a buon fine. E di gran successo. Tanto che persino il mitico dottor Nowzaradan il chirurgo cult del web che cura l’obesità in Tv protagonista del reality «Vite al limite» ne ha uno. Il suo. Made in Livorno.

Romani è diventata un’artista. Crea pupazzi su misura, per bambini e per adulti. E non solo: insegna anche ai bambini l’arte del lavoro a mano, attraverso la creazione dei pupazzi, appunto.

Creazioni su misura

Ogni creazione richiede dalle otto alle dieci ore per essere realizzata. «Prendo il mio lavoro un po’ come un hobby. Anche perché di questo lavoro non ci si vive», la creativa si racconta. Una vita da consulente per le industrie alimentari, socia dell’azienda nella quale lavorava, l’idea di creare pupazzi artigianali non l’ha mai abbandonata. «I pupazzi che creo sono personalizzati, li faccio in base alle persone che me li chiedono», inizia a srotolare la sua esperienza la donna. Le sue creature iniziano a realizzarsi già quando sono su carta. Non sono infatti pochi i clienti che le portano dei disegni che lei si impegna a realizzare. «I miei pupazzi sono su misura, mi baso sui disegni dei bambini. Di solito faccio i ritratti, ma anche personaggi noti che non si trovano in commercio. Tutte cose molto specifiche. I disegni dei bambini comunque son quello che mi piace di più fare, per la loro fantasia sfrenata». Ma si sa, il prodotto fatto a mano è invitante anche se si possono trovare pupazzi già pronti, di un determinato personaggio. «Quando mi chiedono dei pupazzi che so essere già in commercio, lo faccio presente. Ma in tanti vogliono comunque una mia creazione».

Le star diventano pupazzi

In dieci anni di attività non sono poche le mascotte da lei ideate. Munita di pile, feltro e di altri vari tessuti, con tanto di macchina ricamatrice per perfezionare i dettagli, «tutto quello che mi chiedono di fare è abbastanza poco usuale. Una volta ho fatto un bicchiere di spritz, con tanto di logo aperol ricamato sopra», racconta. I cartoni animati e i videogames trasformati in pupazzi sono quelli che i bambini apprezzano di più.

«Ho fatto l’ostrichetta curiosa di Alice nel paese delle meraviglie –le opere-. E anche Super Mario e Luigi. Protagonisti dei cartoni animati ne faccio parecchi, soprattutto per bambini piccolissimi. Adesso devo fare un Minion, che tiene in braccio un topo».

Ma sono diversi anche i personaggi noti reali realizzata dall’artigiana. «Ho fatto Renato Zero e Greta Thunberg, e anche il dottor Nowzaradan –dice Romani- Me lo ha chiesto una mia amica, e di quelli poi ne ho fatti tantissimi, arrivati anche in America. E un mio pupazzo del dottore è stato consegnato anche allo stesso medico cult della Tv. Un suo paziente me lo ha ordinato e glielo ha regalato per il compleanno».

Fino agli Usa

Dagli Stati Uniti a Livorno, i pupazzi di Rosita Romani hanno fatto e continuano a fare il giro del mondo.

«Ho realizzato anche personaggi livornesi, Modigliani e Mascagni. Modigliani lo feci per il B&b di una mia amica, che si trovava sul Pontino». E pensare che tutto è iniziato «creando una casetta gialla. Era un disegno di mia figlia, presa da un album che aveva. È stata buona la prima, quindi mi sono lanciata. Piano piano ho avuto le prime richieste, grazie alla pagina facebook Soft Doodles, e soprattutto grazie al passaparola. Così ho ricevuto ordini da tutta Italia, e anche da altre nazioni».

Il progetto col Cnr per l’autismo

E il progetto di Soft Doodles è arrivato fino a Roma. Con una bellissima collaborazione. «Il Cnr (Centro nazionale delle ricerche, ndr) mi ha scovato su Facebook, e mi ha contattato. Sono andata a Roma, e mi hanno illustrato dei modelli di pupazzi che devono accogliere la componentistica elettronica per fare un’attività di luci, per i bambini con autismo. Ho realizzato dei prototipi per loro –il racconto e la soddisfazione- Così abbiamo realizzato due tipi di pupazzi. Uno è una specie di panda, l’altro un polpo. C’è soddisfazione, sono bei progetti».

L’attività coi bambini

E restando a Livorno, i bambini occupano sempre il tempo della mamma livornese. «Faccio dei laboratori con i bambini nelle scuole elementari. In genere gli alunni sono curiosi e son contenti di mettersi a fare i pupazzi – va nei dettagli della sua attività- E poi ho fatto lezioni di pupazzeria al centro estivo a Villa Sansoni. Qua abbiamo preparato delle maschere e dei costumi per uno spettacolo dei bambini». Non si ferma Romani, è un mix di energia e continue idee nuove. Sempre con i pupazzi in mente. E ora, con i cappelli in testa. «Continuerò a fare i pupazzi, ma ultimamente mi sto dedicando a fare i cappelli. Ho appena fatto una masterclass a Ferrara, con Roberto Lucchi, un cappellaio famoso, che ha fatto i cappelli anche per Andrea Bocelli e per Johnny Depp –è entusiasta la futura cappellaia-. Sul cappello che ho fatto a Ferrara, ho messo dei pupazzini che avevo creato appositamente».

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