Livorno, rapinato in casa a 98 anni: lo truffano e gli rubano 11.000 euro
Prima il raggiro («Tuo nipote non ha soldi per pagare le tasse, aiutalo»), poi l'aggressione: l'anziano è stato spinto contro un mobile e privato di tutto il denaro che aveva preso dalla cassaforte per aiutare il familiare che, però, in quel momento non era in difficoltà
LIVORNO. Prima ha telefonata a casa sua, raccontandogli che il nipote doveva pagare una tassa da 1.400 euro e che, al più presto, un incaricato delle Poste sarebbe passato dall’appartamento per ritirare la somma. Poi, dopo aver suonato al campanello, il truffatore non si è limitato a prendere quei soldi, ma vedendo ben 11.000 euro sul tavolo del salotto lo ha spinto contro un mobile, lasciandolo sul pavimento ferito e derubandolo di tutto il denaro.
Choc in via Galileo Ferraris, non lontano dal supermercato Esselunga di viale Petrarca, dove un novantottenne livornese attorno alle 11 di mattina di mercoledì 5 marzo è stato aggredito e rapinato da un bandito che, inizialmente, lo aveva chiamato al telefono fisso per truffarlo. Si era preparato, evidentemente, perché sapeva che aveva un nipote maschio, dato che ha inscenato la presenza di quest’ultimo nell’ipotetico ufficio postale cercando di convincere l’anziano (e purtroppo riuscendoci) a consegnare la somma. Un obiettivo raggiunto e, ahimè, anche superato, visto che il novantottenne per provare ad aiutare il familiare aveva aperto la cassaforte con la chiave, tolto tutto il denaro contenuto all’interno e, all’arrivo del bandito, lo stava ancora dividendo per consegnargli i 1.400 euro richiesti, la somma che lui pensava sufficiente per aiutare il nipote in difficoltà e che invece, da un momento all’altro, è sparita nelle mani dello sconosciuto.
Purtroppo, in pochi secondi, il truffatore ha infatti svelato le sue intenzioni: lo ha aggredito, buttato contro un mobile, poi sul pavimento, derubandolo di tutti quei soldi riposti sul tavolo, 11.000 euro stando a una prima ricostruzione e secondo quanto confermato dalla stessa vittima al Tirreno.
Il novantottenne, per fortuna, è in buone condizioni di salute e non ha ritenuto opportuno farsi accompagnare in ospedale. Dopo la fuga del bandito ha chiamato il nipote, raccontandogli l’accaduto, ed è stato raggiunto nella sua abitazione sia da quest’ultimo, che dalla figlia, chiaramente preoccupatissimi soprattutto per le conseguenze dell’aggressione.
Sono stati poi i familiari a chiamare il 112, con l’arrivo immediato sul posto di un equipaggio della Squadra volante dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della polizia di Stato. Gli agenti, con estrema sensibilità, hanno parlato con l’uomo, tranquillizzandolo e facendogli capire che le colpe non erano sue, che non dovesse abbattersi per quello che era appena accaduto, qualcosa di odioso che purtroppo, anche nel recente passato, a Livorno ha visto come vittime diversi anziani. Persone il cui obiettivo era solo quello di aiutare i familiari in difficoltà, non sapendo che purtroppo dall’altra parte della cornetta non c’era un falso carabiniere, un finto avvocato o, come in questo caso, un falso dipendente di Poste italiane, ma un malvivente il cui unico fine era quello di arricchirsi a spese dell’anziano individuato di volta in volta.
L’uomo – di cui Il Tirreno omette le generalità in quanto vittima della rapina – ha poi presentato denuncia nella stessa giornata di ieri. A indagare, adesso, sono gli agenti della Squadra mobile di via Fiume, diretti dal vicequestore Giuseppe Lodeserto: l’obiettivo, anche attraverso le eventuali telecamere presenti in zona, è riuscito intanto ad avere un fotogramma del volto del bandito, in modo successivamente da dargli un volto e un nome per identificarlo.