Livorno, muore a 40 anni in ospedale per problemi cardiaci
Per cercare di salvare la vita a Maikol Bartolini si è tentato un trasferimento d'urgenza alla cardiochirurgia di Cisanello
LIVORNIO. L’ultimo post su Facebook lo ha scritto ieri, alle 6,25 di mattina: «Questa notte non passa più». Purtroppo, per lui, è stata l’ultima. Lutto in tutta la città per la scomparsa di Maikol Bartolini, un “bimbo” della Leccia, morto a soli 40 anni attorno alle 14 di venerdì 9 novembre in ospedale. La tragedia nell’unità operativa di emodinamica, dov’era arrivato già intubato e quindi in condizioni critiche. Da tempo il giovane, che era nato il 5 maggio del 1984, si muoveva con una sedia a rotelle a causa dei gravi problemi di salute di cui soffriva.
Il tentativo di salvarlo
In ospedale hanno fatto di tutto per salvarlo. Purtroppo, però, non ci sono riusciti. Già gravissimo al pronto soccorso a causa di gravi e preesistenti problemi di salute, ha raggiunto il reparto di cardiologia poco dopo. Dalla direzione dell’unità semplice di emodinamica, dove era stato provvisoriamente ricoverato, si è tentato un trasferimento d’urgenza a Cisanello, in cardiochirurgia.
In reparto erano già arrivate le ambulanze della Svs di via San Giovanni e quella, con l’infermiere del 118, della Misericordia di Antignano. Il viaggio verso il centro sanitario pisano, con un medico a bordo del mezzo di emergenza, avrebbe dovuto rappresentare la speranza. Purtroppo, però, non è mai iniziato, perché Maikol è andato in arresto cardiaco in reparto e non si è mai più ripreso, nonostante i ripetuti tentativi di rianimarlo. Il trasporto a Pisa, quindi, non c’è stato. Tutto lo staff sanitario ha fatto l’impossibile per salvarlo, ma non è stato possibile. A chi, dopo il suo messaggio su Facebook, gli chiedeva come stesse, il quarantenne aveva risposto: «Un’altra domanda», segnale che era purtroppo già consapevole di un quadro clinico molto difficile.
Il ricordo
Bartolini era un “bimbo” del quartiere della Leccia, visto che da giovane frequentava con i suoi coetanei il centro commerciale di via Giotto, dove c’è anche la Conad. Una persona stimata e benvoluta da tutti, che nonostante i problemi di salute non rinunciava a girare per Livorno insieme ai suoi familiari che lo seguivano con amore.
«Maikol era una bravissima persona, un ragazzo come tanti: scherzoso, giocoso, giocherellone, era sempre in giro con la sua famiglia – le parole di una sua amica d’infanzia, Dayana Turi, oggi soccorritrice per la Società volontaria di soccorso –. Era difficile che stesse in casa, come del resto tutti i ragazzi a quell’età, anche se recentemente l’avevo perso di vista». Era un assiduo frequentatore dei Bagni Tirreno, gli ex Trotta, dove tutti gli volevano un gran bene. «Una persona molto gentile, un “bimbo” al quale non i mancava mai la battuta – prosegue Turi –. Me lo ricordo da giovane nel gruppo con cui frequentavamo il centro commerciale della Leccia, aveva veramente la battuta sempre pronta. Passavamo molto tempo insieme, anche se ultimamente, lo ripeto, ci eravamo un po’ persi di vista, ognuno poi ha preso una sua strada. La sua scomparsa, in ogni caso, è un colpo al cuore».