Il Tirreno

Il ricordo

Addio a Paggini, l’uomo del mare. «Un campione di pesca subacquea»

di Martina Trivigno
Vittorio Paggini
Vittorio Paggini

Il fondatore di La.Mar.Sub, 88 anni, non aveva superato la perdita della nipote

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LIVORNO. In una foto Vittorio Paggini ha il sigaro in bocca e lo sguardo rivolto verso l’orizzonte. È sereno mentre la barca che sta pilotando scivola leggera sul mare, il suo elemento naturale. È morto all’età di 88 anni e ora quell’uomo all’antica, conosciutissimo in ambito marittimo come fondatore e titolare della ditta di lavori subacquei La.Mar.Sub, la prima nata a Livorno a metà anni Settanta, lascia un grande vuoto, soprattutto nei suoi figli: Marco, di professione avvocato, ed Emma, impiegata. «Un uomo generoso, sempre pronto alla battuta ma anche un po’ solitario, uno di quelli che si bastava da solo, ma anche un esempio di vita – ricorda chi lo ha conosciuto – . Era inoltre un campione di pesca subacquea e di caccia».

Vittorio era figlio di Ricciotti Paggini, antifascista, partigiano, presidente del Livorno degli anni d’oro, di famiglia di grandi valori risorgimentali, titolare della ditta dell’Olio Paggini. Aveva iniziato presto a lavorare con il padre nella Ditta Paggini di oli alimentari, ma non faceva per lui. Così decise di trasformare la sua passione – la subacquea – in un lavoro: decise quindi di aprire insieme a Paolo Bencini e a un altro appassionato subacqueo, Mario Gualtieri, prematuramente scomparso, la La.Mar.Sub. Vittorio Paggini fu un pioniere nel suo campo: la ditta si era a poco a poco espansa, arrivando a eseguire lavori più complessi come, ad esempio, il rifacimento della parte immersa delle banchine all’interno del porto, carenaggi e saldature subacquee. La sua ditta fu la prima a essere chiamata dalla Capitaneria di porto di Livorno nel tragico incidente della Costa Concordia al largo del Giglio, nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012, per un primo accertamento.

Parallelamente portò avanti la sua grande passione per la pesca subacquea e nel 1967 Paggini vinse il Campionato italiano di seconda categoria in Sardegna, ad Alghero, portando al peso due cernie (ciascuna pesava poco più di 14 chili) e due saraghi: i primi 15 classificati conquistarono il diritto a disputare il Campionato assoluto del 1968. Un amore per la pesca subacquea che condivideva anche con il conduttore televisivo Mike Bongiorno, con cui era diventato amico dagli anni Sessanta. Grande appassionato anche di caccia, insieme al caro amico Gino Saltarelli andava con il gruppo di amici al Tombolo, ma viaggiava anche all’estero, soprattutto in Spagna e in Ungheria.

Aveva perso la moglie Letizia Mignani Bellucci nel 2020 e la nipote Margherita Zoltowska, di appena 26 anni, nel 2023, a cui era molto legato: a lei, Margherita, Vittorio Paggini aveva dedicato il suo tempo e il suo amore di nonno, trascorrendo momenti spensierati. Poi, un anno fa, la morte della giovane lo ha gettato nello sconforto e, come racconta chi lo conosceva bene, da quel trauma non si è mai più ripreso del tutto e proprio da lì è iniziato il declino. Il funerale è stato celebrato in forma privata prima della cremazione. Ora le sue ceneri saranno disperse in mare perché si ricongiunga con quello che era il suo elemento naturale, la passione più grande di tutte.l