Vuole fondare un club del Livorno a Pisa, ma dopo le minacce cambia idea e denominazione
Gabriele vuole riunire i tifosi amaranto della città della Torre ma riceve messaggi minatori e decide di “allargare” i confini
LIVORNO. «Stiamo cercando persone legate dalla passione per il Livorno calcio residenti a Pisa o provincia (ma non solo) per la formazione di un club. Abbiamo già avviato contatti con Maurizio Laudicino (il responsabile marketing della squadra amaranto, ndr) che ha accolto l’idea in modo molto positivo. Il progetto è sempre in fase embrionale, quindi per adesso stiamo cercando solo adesioni per verificare il numero di persone interessate». È bastato un post su Facebook per scatenare la grande rivalità. Quella mai sopita, simbolo del campanilismo toscano e italiano, fra pisani e livornesi: «Sappiamo dove abitate», alcuni dei pochi (per ora, per fortuna) messaggi ricevuti da chi ha “osato” proporre l’iniziativa in terra “nemica”.
Il fautore della ricerca amaranto nella città nerazzurra è il trentacinquenne livornese Gabriele Mazzino, che vive sì a Pisa, ma è tifoso del Livorno. Fin da bambino: «Mio padre mi portava sempre allo stadio Armando Picchi – le sue parole – ho vissuto la Serie A, la Coppa Uefa, l’era spinelliana, quella dei fasti mai dimenticati». Nei giorni scorsi, per seguire quella stessa passione, senza curarsi della categoria d’appartenenza attuale, la Serie D, aveva avuto l’idea di cercare persone animate dalla stessa fede calcistica nella zona di Pisa, ma per evitare problemi “locali” ha poi dovuto estendere il raggio d’azione a tutta la Toscana: «Il club sarà regionale, non solo pisano - prosegue - non tanto per i messaggi poco simpatici che ho ricevuto, che comunque sono veramente pochi, quanto perché in realtà abbiamo adesioni anche da altre zone, come Lucca e Arezzo».
Mazzino smorza i toni: quei pochi messaggi minatori non gli fanno paura e non ha assolutamente idea di sporgere denuncia. «Io sinceramente non voglio neanche chiamarle minacce - spiega -. Credo siano persone isolate, ci hanno scritto attraverso Telegram e poi sono sparite. Io non ho paura. È vero che fra Pisa e Livorno la rivalità è fortissima, nessuno lo nega, ma nei momenti di difficoltà i tifosi dell’altra squadra ci sono sempre stati, penso dall’alluvione del 2017 e alla morte di Piermario Morosini. Sarebbe sbagliato pensare che questi messaggi arrivino dal mondo ultrà nerazzurro: sono cani sciolti, che niente, a mio modo di vedere, hanno a che fare con il mondo del tifo organizzato pisano. Commentando un nostro post sull’ipotetica sede del club, un simpatizzante nerazzurro, ci ha consigliato di stabilirci al bar “Livorno”, sull’Aurelia. Un messaggio simpatico, di sfottò, è così che deve essere...».
Con il passare delle ore, in ogni caso, la ricerca dei tifosi ha mutato area geografica, passando da Pisa e provincia all’intera regione. Di Livorno club, fuori dall’area labronica, c’è solo lo storico Club Milano Amaranto, anche se un gruppo di supporter si sta organizzando per far rinascere il Club Versilia Amaranto, non è chiaro se con lo stesso nome. Questo sarà quindi il secondo-terzo. «Come lo chiameremo? Non lo so, per ora abbiamo aperto un gruppo Facebook dal nome “Club Livorno in Toscana” - prosegue Mazzino - e quando riceveremo un buon numero di adesioni, in modo totalmente democratico ci riuniremo e decideremo il nome e il logo del gruppo, per adesso nemmeno ipotizzato. Al momento ho ricevuto una ventina di disponibilità, non solo da Pisa, ma ho iniziato a raccogliere le adesioni da pochi giorni e sicuramente ne arriveranno altre. I tifosi e i simpatizzanti del Livorno sono un po’ ovunque, non solo in città: io sono livornese e la passione l’ho eredità abitandoci, ora vivo e lavoro a Pisa ma continuo a seguire i colori amaranto. L’idea - conclude - è trovare un gruppo di persone che condivide questa passione e organizzarsi per le trasferte, ma lo ripeto è un progetto in fase embrionale e vedremo, una volta formato il club, come strutturarci e che cosa fare. Intanto credo che non avremo una sede fissa, faremo tutto online, anche le riunioni. L’amore per la maglia non ha confini e speriamo che certi messaggi, che non ritengo nemmeno minatori, non frenino l’iniziativa».
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