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Abracadabra, la Corte al posto di Hoasy: Livorno sempre più capitale della magia

di Franco Marianelli
Abracadabra, la Corte al posto di Hoasy: Livorno sempre più capitale della magia

Oltre 30 anni di incantesimi e successi europei, The House of Magic si sposta, cresce e racconta. Il presidente Luciano Donzella, in arte “Nero” «Vecchia sede non più adatta al nostro lavoro»

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LIVORNO. Abracadabra. E dopo oltre 30 anni, come per magia, The House of Magic sparisce. E ricompare qualche metro più in là, sempre in via Cestoni, al posto di quello che era Hoasy, tempio del surf (e non solo) . Ricompare più grande. Diventa “La Corte”.

A ospitare quella Livorno che grazie alla Corte dei Miracoli è diventata città-capitale della magia a livello europeo.

«Prima operavamo all’angolo con via Mastacchi ora ci trasferiamo qualche centinaia di metri più in là nei locali ex Hoasy. La vecchia sede non era più adatta per contenere il nostro lavoro». A raccontare questo ulteriore sviluppo è Nero, al secolo Luciano Donzella, giornalista del Tirreno in pensione presidente della Corte dei Miracoli che ha fondato nel 1993.

Grazie all’attività trentennale dei “maghi” della Corte dei Miracoli cinque anni il gruppo è stato nominato dalla Fim (la federazione del settore) la migliore Officina Magica in Italia. A ottobre quindi aprirà i battenti La Corte. Duecento metri quadri per “piccoli Harry Potter che crescono”. A Livorno. Nero prende per mano. E porta nei dettagli di questo mondo misterioso. E affascinante. Parla di mentalismo. Ma il trucco non lo svela.

Cosa si insegna agli aspiranti maghi?

«Le tecniche sono varie e sono le stesse per i grandi adattate ai bambini. Si comincia con la manipolazione – spiega Nero – ovvero i giochi legati all’abilità delle mani (cosa che comporta allenamenti quotidiani) , poi i giochi con le carte, la micromagia (monetine) , la magia generale (ad esempio la liberazione delle colombe dal cilindro) . Nel proseguire si potrà passare alle “grandi illusioni” (tipo l’assistente segata in due) e il mentalismo materia nella quale il nostro associato Marco Brondi (medico di famiglia) si è “laureato” l’anno passato come numero uno assoluto in Italia».

Cosa è il mentalismo?

«Nulla di sovrannaturale: è solo una predisposizione a capire dal linguaggio del corpo e delle espressioni della persona invitata sul palco cosa questa il soggetto esaminato abbia nella mente. La psicologia applicata alla “magia”».

A proposito di maghi: specificate sempre che usate il termine “magia” per comodità di linguaggio e come in realtà non ci sia nulla di sovrannaturale nel vostro lavoro.

«Noi siamo i principali nemici di questa categoria, i cosiddetti “operatori dell’occulto”, o almeno di coloro fra questi che sfruttano la credulità della gente, perché li “sgamiamo” sempre spiegando alle persone le loro tecniche di convincimento».

Quanto costerà alle famiglie dei bambini il corso di magia?

«Sono 50 euro per quindici lezioni tra pratica e teoria. Voglio specificare che i nostri introiti sono da sempre reinvestiti nelle spese per iniziative di vario genere ad esempio con inviti a personaggi di caratura nazionale che ci hanno onorato nel passato con la loro presenza: dallo scomparso Tony Binarelli a Raul Cremona, da Silvan ad Alexander e Arturo Brachetti. Senza dimenticare poi le nostre eccellenze: Brondi a parte, il nostro Alberto Giorgi è campione mondiale in varie tecniche. Voglio cogliere inoltre l’occasione di ricordare un mago livornese che non è più tra noi come Marco Orsetti e ringraziare chi da sempre collabora con me per far vivere la scuola ovvero Riccardo Taccia e Alberto Tanfi (Mago Altan) ».

I bambini potranno partecipare alle lezioni da soli o accompagnati dai genitori?

«Come vorranno. Ovviamente noi continuiamo a organizzare corsi anche per adulti: info 3534464189.».

Età adatta per l’iscrizione degli junior?

«Diciamo dai 7 ai 12 anni. Non potete immaginare che “spugne” di apprendimento siano i ragazzi e, quelli che poi si appassionano di più, diventano bravi in tempi record. Per non parlare del miglioramento a scuola visto il lavoro di mani ma pure di cervello. Fanno paura».

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