Il Tirreno

Livorno

L’inchiesta

Livorno, soldi spariti dai conti dell’Ordine degli architetti: chiesto il sequestro preventivo

di Stefano Taglione
Livorno, soldi spariti dai conti dell’Ordine degli architetti: chiesto il sequestro preventivo

Il successore di Menichini si rivolge alla magistratura per la restituzione del denaro mancante: circa 133mila euro

20 giugno 2024
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Livorno Una richiesta di sequestro preventivo presentata, insieme alla denuncia per peculato, in procura. L’Ordine degli architetti di Livorno rivuole i 133.500 euro che l’ex presidente dell’organismo di autogoverno della professione Daniele Menichini – secondo il suo successore, Marco Niccolini, che per questo lo ha querelato – avrebbe sottratto da due conti correnti nel corso degli anni, «per scopi personali con ricariche di carte prepagate, bonifici verso i propri conti correnti e verso un’associazione culturale da lui fondata», si legge nella denuncia.

Secondo quanto ricostruito sempre da colui che tre anni fa ha preso il suo posto (ed è in carica in largo Duomo dal 2021, dopo che il cinquantaseienne piombinese era stato al timone dal 2014) Menichini sarebbe stato, dopo la cessazione della carica, «utilizzatore esclusivo» dei due conti correnti dell’Ordine, che per i flussi e le movimentazioni ordinarie però ne usava un terzo. Sempre stando alla denuncia presentata da Niccolini, Menichini si sarebbe appropriato di una parte di un finanziamento Covid chiesto nel 2020 all’insaputa del consiglio stesso. «Dalla documentazione originale fornita dalla banca – si legge nella denuncia – è risultata la presenza di un finanziamento agevolato in favore dell’Ordine per esigenze Covid del 2020, mai deliberato dai consigli precedenti e che, al 31 dicembre 2023, doveva essere ancora restituito per una somma pari a 25.992,23 euro». Ma non solo. Anche «l’attivazione di un prestito (con affidamento) irrogato nel 2017 e ad oggi saldato, ma anch’esso mai deliberato dai precedenti consigli, per la richiesta del quale Menichini presentò una delibera e un verbale difforme dall’originale». «A partire dal 2014 – sono sempre le parole del suo successore in querela – tutti gli estratti conto, le rendicontazioni e i movimenti bancari relativi a quei conti venivano inviati a mezzo mail all’Ordine dallo stesso Menichini e non direttamente dalla banca. Quei movimenti inviati da Menichini vennero quindi utilizzati per la stesura della prima nota e dei bilanci, visto che dall’istituto non giungevano altre comunicazioni. Il fatto che Menichini continuasse ad avere accesso esclusivo a quei due conti, pur non avendone più la legittimazione, non preoccupò il nuovo consiglio: da un lato perché non erano più utilizzati dall’Ordine, dall’altro soprattutto perché l’ex presidente, del quale i consiglieri e il nuovo presidente continuavano ad avere fiducia, forniva periodicamente estratti conto “regolari”, apparentemente provenienti dalla banca».

Il Tirreno ha provato, più volte, a mettersi in contatto con il diretto interessato, l’architetto piombinese sotto accusa dai colleghi, ma l’ex presidente dell’organismo provinciale di autogoverno della professione risulta irreperibile da giorni ai suoi numeri di cellulare. Mentre Niccolini, su consiglio del legale incaricato dall’Ordine nel seguire la vicenda, ha scelto il silenzio. Come lo stesso avvocato che ne cura gli stessi interessi. l

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