Donna azzannata a Livorno, l’ira della figlia: «Quei pitbull sono ancora in giro, mia madre poteva morire»
Bruna, 82 anni, sta guarendo dopo l’agguato dei cinque cani nel novembre scorso. «Mi ha chiamato pure il proprietario dell’appartamento dove vivono, è disperato»
LIVORNO. «Quei cani sono sempre lì e mia madre ora ha paura a uscire di casa. Mi hanno contattato perfino alcuni vicini dei padroni, così come il proprietario dell’immobile, che già conoscevo ed è disperato. Quei pitbull possono uccidere qualcuno».
A parlare è Donatella Paoli, la figlia dell’ottantaduenne Bruna, nel novembre scorso sbranata dai cinque animali che vivono nell’appartamento al piano terra di corso Amedeo con una famiglia peruviana, accanto a un salone di tatuaggi. È fuori di sé la donna, visto che proprio dal proprietario dell’abitazione è stata informata che le persone che possiedono quei cani sono ancora lì, con i pitbull sempre dentro. «Li sentiamo, abbaiano, abbiamo paura quando camminiamo sul marciapiede», le parole di un vicino che ha espresso la sua inquietudine direttamente a Paoli, che sta continuando a seguire sua mamma nella lunga convalescenza dopo le ferite su gambe, braccia e perfino su una spalla. «Sta gradualmente guarendo, ma non sta ancora bene».
L’appello
La donna si rivolge al Tirreno: «Ho subito chiamato il 112 – le sue parole – e dalla centrale mi hanno passato prima i carabinieri, poi la municipale. I vigili mi hanno detto che al momento non possono intervenire, perché stanno indagando». In realtà - è quanto emerge da un riscontro del Tirreno con il comando di piazza del Municipio - gli agenti locali non avrebbero alcuna competenza in merito all’inchiesta, dato che Paoli aveva denunciato tutto in questura e dall’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico, i poliziotti, avevano inviato il fascicolo in procura per gli eventuali approfondimenti. «Nel frattempo i cani non si sono mossi da lì, si sentono abbaiare – prosegue la figlia dell’anziana sbranata – e io ho paura che possa accadere qualcosa di ancor più brutto. Sono animali molto feroci e mia madre se non fosse stata salvata dai tre “passanti eroi” sarebbe con ogni probabilità morta. È inconcepibile che le forze dell’ordine non abbiano ancora preso provvedimenti. Doveva morire per toglierglieli?».
L’aggressione
Era la mattina del 3 novembre scorso, a Livorno tirava un vento fortissimo quando Bruna è stata vittima dei pitbull. Le condizioni meteo avrebbero avuto un ruolo centrale nella vicenda, dato che la porta dell’appartamento si sarebbe aperta a causa di una raffica improvvisa, “liberando” gli animali che hanno pure aggredito la padrona su un braccio. L’ottantaduenne, in quel momento, stava tornando dal fare la spesa e si è trovata nella traiettoria di fuga degli animali, che l’hanno involontariamente buttata a terra e poi attaccata. «Se al mio posto ci fosse stato un bambino sarebbe morto, ne sono certa», le parole dell’anziana. A salvarla sono stati tre passanti-eroi: il sessantaquattrenne Fabrizio Alibrando, che abita là vicino e si è messo nel mezzo afferrando un cane per le zampe, e i commercianti Denny Ietro (tatuatore, che ha rinchiuso uno degli animali nel suo negozio) e Gabriele Polonia, cuoco-macellaio con uno storico punto vendita all’Origine, il giovane che è riuscito a portare la donna al sicuro, su una macchina in transito, con l’automobilista che l’ha poi trasferita di corsa in ospedale.
Cosa prevede la legge
«Ma come mai, a distanza di tre mesi, quei cani sono ancora lì?». Se lo chiede proprio la figlia di Bruna: «Per toglierglieli dovevano ammazzarla?». Donatella si è fatta la stessa domanda pure qualche settimana fa, quando sempre in corso Amedeo, vicino alla farmacia, era stata azzannata una donna. In realtà, quest’ultimo episodio, nessuno sa se sia opera degli stessi animali, dato che la persona ferita è stata soccorsa dai volontari della Misericordia e le forze dell’ordine non sono mai state avvertite. In città c’è stato un altro episodio, nei giorni scorsi, in piazza XX, anche se in questo caso ad agire sono stati due rottweiler. Solitamente, quando si ha a che fare con i cani aggressivi, parte una segnalazione all’ufficio dell’Asl veterinaria, che (se identificati) mettono i cani sotto osservazione per una serie di ragioni, fra cui la rabbia, e forniscono delle prescrizioni, non procedendo subito al sequestro. Ad oggi, nel canile, i pitbull non hanno messo ancora le zampe...
© RIPRODUZIONE RISERVATA