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Nuovi esami genetici per Bove, la miocardite post Covid e i rischi per la carriera

di Mario Neri
Nuovi esami genetici per Bove, la miocardite post Covid e i rischi per la carriera

Ieri videochiamata con i compagni di squadra prima dell’allenamento

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FIRENZE. Massimo riserbo sui risultati della risonanza nucleare con mezzo di contrasto che Edoardo Bove ha eseguito lunedì al cuore. Non sarà l’unico esame a dover sciogliere i dubbi sul suo futuro. L’immagine del centrocampista ex Roma che si accascia al Franchi circondato dai compagni richiede nuovi approfondimenti. Nei prossimi giorni ad esempio dalla terapia intensiva cardiologica dove è stato trasferito verrà spedito un campione alla Diagnostica genetica, dove cominceranno le indagini utili a capire se la tachicardia ventricolare ad alta frequenza che gli ha procurato l’arresto cardiaco ha un’origine ereditaria.

Per stabilirlo non servono solo analisi di laboratorio ma anche ripercorrere a ritroso l’albero genealogico del 22enne romano approdato quest’anno alla Fiorentina per scovare eventuali parenti con patologie correlate.

Non basta sapere che Bove ha avuto una miocardite post Covid a stabilire se sia stata quella la causa del malore. Certo la risonanza potrebbe aver individuato la consistenza della cicatrice lasciata dall’infiammazione del muscolo cardiaco. E la dimensione potrebbe essere determinante anche per stabilire se sia o meno necessario l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo. Una possibilità di cui i genitori di Bove sono già stati avvertiti dai medici di Careggi. Certo, sembra sempre più a rischio la carriera del ragazzo in Italia.

L’impianto di un defibrillatore è uno spartiacque per ottenere l’idoneità a giocare in Italia: in Inghilterra Eriksen ci gioca, nel nostro Paese non è consentito. L’esame serviva in parte a capire anche se invece all’origine dell’aritmia ci sia una patologia diversa, come una displasia simile a quella che non lasciò scampo ad Astori. Ma da solo non basta. Per questo test e analisi in questi giorni andranno avanti. 

Ieri la giornata del centrocampista è iniziata con una nuova videochiamata ai compagni prima dell'inizio dell'allenamento di rifinitura per la gara di Coppa Italia di stasera al Franchi contro l'Empoli. Edoardo sta meglio ma è ancora in terapia intensiva: l'intenzione dei medici è quella di trasferirlo a giorni in un altro reparto, probabilmente cardiologia.

L'affetto attorno a Bove

Nel frattempo continuano i messaggi affettuosi nei confronti di Bove: Josè Mourinho, che lo ha allenato per due stagioni e mezzo alla Roma, ha chiamato i familiari del giocatore per informarsi sullo stato di salute. A Careggi è arrivato anche il procuratore, Diego Tavano. Dopo la visita non ha voluto rilasciare dichiarazioni ma in mattinata aveva affidato a Instagram un messaggio per ringraziare Firenze e Roma: «Grazie Firenze, ti abbiamo scelta pensando fossi proprio così, con valori assoluti di sensibilità vera, tangibile. Grazie Roma, che lo ami e lo amerai per sempre, perché non dimentichi. Perché non si può dimenticare chi suda in quel modo la maglia. Grazie a tutti, perché mai avevo visto una cosa del genere, così tanto affetto dal mondo del calcio e non solo - ha concluso Tavano -. Grazie ad Emilio Butragueño che in nome e per conto del Real Madrid mi ha contattato in continuazione per sapere di Edo».

In giornata si sono susseguite anche altre visite, come quelle di Danilo Cataldi. Per i viola, oggi è il giorno del ritorno in campo: alle 21 si gioca la sfida, da dentro o fuori, in Coppa Italia contro l'Empoli. Una partita che sembrava a rischio rinvio ma che poi la Fiorentina - proprio dopo aver sentito Bove - ha scelto di giocare. È stato lui a convincere i compagni.
 

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