Alluvione in Spagna, oltre 200 morti a Valencia. Il racconto dei sopravvissuti: «Manca tutto, cibo e acqua. Ogni notte dormo da un vicino diverso»
Continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime e aumenta anche il numero dei dispersi. Cinquanta persone arrestate per saccheggi
VALENCIA. Si aggrava il bilancio dei morti per l'alluvione in Spagna. Secondo l'ultimo aggiornamento diramato dai servizi d'emergenza della Comunità Valenciana, le vittime sono almeno 202, ma le autorità hanno avvertito che il numero è destinato ad aumentare ulteriormente, poiché è aumentato anche il numero dei dispersi.
Strade impraticabili
Intanto la situazione per la mobilità è piuttosto complicata, visto che almeno 80 chilometri di rete stradale è saltata. Non è agibile l'autostrada che collega Valencia con Madrid. Oltre 50mila volontari sono arrivati a Valencia, ma le autorità stanno invitando i soccorritori a interrompere l'afflusso visto che le strade sono in parte impraticabili e il rischio è di intasare la circolazione. È stata diramata un’allerta arancione mentre nuove e forti piogge si sono abbattute anche sulle isole Baleari e nella parte al confine con il Portogallo, anche se la situazione è sotto controllo.
IL RACCONTO DEI SOPRAVVISSUTI
- Yasmine: «Allerta sui cellulari in ritardo»
L'allerta sui cellulari della protezione civile regionale è «arrivata molto tardi, quando era già cominciato a riempirsi d'acqua», «noi stavamo chiusi lì dentro, non sapevamo cosa far». Lo racconta a LaPresse Yasmine, una ragazza di 30 anni che vive nell'area metropolitana di Valencia, la più colpita dalla Dana. Yasmine sta cercando di liberare dal fango e dalle macerie la macelleria halal della sua famiglia a Benetusser. «Stavamo lavorando normalmente. Non ci hanno detto nulla, non sapevamo nulla e all'improvviso il negozio ha iniziato a riempirsi d'acqua e quasi morivamo lì dentro. Grazie a Dio siamo ancora vivi, ma non c'è rimasto nulla, neanche le pareti», racconta. Manca tutto, cibo, acqua. «Non abbiamo mangiato per due giorni», dice Yasmine, «la nostra casa è inaccessibile e io e la mia famiglia ogni notte dormiamo da un vicino diverso».
- Maike: «Catena umana per metterci in salvo»
«Mi hanno urlato “esci dalla macchina, esci dalla macchina”, perché non mi ero resa conto del pericolo», io non mi stavo muovendo e allora «mi hanno tirata fuori», accanto a un muro ci siamo riparati io e un'altra trentina di persone, «a un certo punto, quando l'acqua si era abbassata un po' di livello, una persona ha detto: prendiamoci tutti per la mano e andiamo a rifugiarci in quella struttura», così abbiamo fatto e ci siamo salvati. È il racconto di una residente di Picanya, Maike, 50 anni, che si è salvata dall'alluvione che ha provocato oltre 200 morti in Spagna. La donna era uscita da lavoro a Benetusser, nell'area metropolitana di Valencia, martedì sera e stava cercando di andare a prendere i figli a Picanya ma la polizia aveva bloccato la strada più rapida per arrivarci. Mentre si trovava in auto, la donna ha raccontato che ha visto arrivare un'ondata con le macchine che galleggiavano da una parte, e un'altra onda da un'altra parte. Ha imboccato una salita quando alcune persone le hanno urlato di uscire dalla macchina e l'hanno tirata fuori, salvandola.
Saccheggi nelle aree alluvionate
Sono 50 le persone arrestate negli ultimi tre giorni per i saccheggi compiuti nelle aree alluvionate della provincia di Valencia. Lo ha riferito il quotidiano spagnolo El Mundo, secondo cui cinque persone sono finite in manette per aver rubato in una gioielleria in un centro commerciale ad Aldaia. Il governo di Madrid, per far fronte agli episodi di saccheggio, ha promesso che le forze di sicurezza daranno prova di "assoluta fermezza", mentre i servizi di emergenza e l'esercito continuano a cercare i dispersi.