Papa Francesco, cosa è successo nelle ore prima di morire: la scelta “contro” i medici, l’ultimo saluto al mondo e la causa della morte
Durante la funzione di Pasqua in piazza San Pietro alcuni presenti avevano notato un irrigidimento del braccio e un evidente affanno nella respirazione
Le immagini dell’ultima apparizione pubblica di Papa Francesco rimarranno impresse nella memoria collettiva: lo sguardo affaticato, il respiro faticoso, il gesto lento ma deciso della benedizione. Un momento di intensa commozione, l’ultimo saluto di un uomo che, pur segnato dalla malattia, ha scelto di restare vicino al popolo fino all’ultimo istante.
La causa della morte
Nel silenzio solenne che ha seguito il suo decesso – avvenuto nella mattina di lunedì 21 aprile, alle 7,35 –, le prime indiscrezioni provenienti dagli ambienti vaticani indicano che a spegnere il Pontefice sia stato un ictus, legato a un quadro clinico già compromesso da gravi problemi cardiovascolari. Le condizioni del Papa erano peggiorate nelle settimane precedenti, aggravate anche da una serie di infezioni respiratorie che avevano richiesto il ricovero al Policlinico Gemelli.
Fino all’ultimo
Nonostante la fragilità evidente, Bergoglio aveva espresso la volontà di non ritirarsi dagli impegni pastorali. I medici avevano suggerito riposo assoluto e assistenza respiratoria, ma Francesco aveva scelto un’altra strada: quella del contatto diretto con i fedeli, dei gesti carichi di significato, dei messaggi di speranza. Solo pochi giorni prima della sua morte, era apparso nuovamente in pubblico: sorridente, benché visibilmente affaticato, accanto a bambini e pellegrini, nel cuore di Piazza San Pietro. Aveva anche incontrato personalità di rilievo internazionale, tra cui re Carlo III e il vicepresidente statunitense J.D. Vance. Domenica 20 aprile, durante l’ultima funzione pasquale, alcuni presenti avevano notato un irrigidimento del braccio e un evidente affanno nella respirazione, segnali di un corpo ormai stanco. Eppure, il Papa ha voluto che l’attenzione non si concentrasse sulla sua sofferenza, ma sul suo ultimo grande appello: un invito alla pace e alla fratellanza, pronunciato con la voce di chi sa che ogni parola può essere l’ultima, ma anche la più necessaria. Lo ha ricordato con queste parole il cardinale vicario di Roma, Baldassare Reina, nell’annuncio ufficiale della morte: «Piangiamo il testimone del Vangelo, il pastore misericordioso, il profeta di pace».