Il Tirreno

Economia e lavoro

Salari reali, l’Italia è il Paese con i dati peggiori: dal 2008 perso l’8,7% del potere d’acquisto


	Un lavoratore portuale (foto di repertorio)
Un lavoratore portuale (foto di repertorio)

Nello stesso periodo nel Regno Unito sono calati del 2,5% e in Spagna del 4,5%, ma c’è chi come Corea del Sud, Germania e Francia fa registrare valori positivi

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I salari reali in Italia sono cresciuti in media del 2,3% nel 2024, dopo due anni di cali del 3,2% e del 3,3%. Eppure, le retribuzioni dei lavoratori italiani restano inferiori dell'8,7% ai livelli che registravano nel 2008. È quanto emerge dal Rapporto mondiale sui salari dell'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), “Le tendenze dei salari e delle disuguaglianze salariali in Italia e nel mondo”.

Tra i paesi a economia avanzata del G20 quella dell'Italia è la perdita peggiore: per il Giappone il calo è del 6,2%, per la Spagna del 4,5% e per il Regno Unito del 2,5%. In Italia, la perdita è stata particolarmente significativa a seguito della crisi finanziaria mondiale (periodo 2009-12). Per contro, la Corea del Sud si distingue per aver registrato un aumento salariale complessivo del 20% tra il 2008 e il 2024.  Attorno al 15% della Germania e al 5% la crescita della Francia. Il rapporto osserva che le perdite salariali subite nel 2022 e 2023 dalle lavoratrici e lavoratori in Italia sono state superiori alla media di quelle dei paesi a economia avanzata del G20, mentre nel 2024 la ripresa salariale in Italia ha superato di 1,4 punti percentuali il tasso di crescita degli stessi paesi.

La crescita della produttività

A livello globale, dopo essere scesa fino a -0,9% nel 2022, la crescita dei salari reali ha registrato una ripresa nel 2023, con un aumento dell'1,8%. A partire dal 2022, inoltre, la produttività del lavoro in Italia è cresciuta più dei salari reali, invertendo la tendenza opposta verificatasi durante un arco temporale di 22 anni. Durante il periodo 1999-2021, i salari reali medi delle lavoratrici e dei lavoratori italiani erano cresciuti a un tasso superiore rispetto a quello della produttività del lavoro, ma questa tendenza si è invertita nel triennio 2022-24 durante il quale la produttività è cresciuta più dei salari.

Produttività italiana cresce ma meno della media G20

Osservando i livelli di crescita della produttività del lavoro, emerge come l'Italia abbia registrato una produttività del lavoro inferiore a quella della media dei paesi ad alto reddito. Il confronto tra le due serie evidenzia che, tra il 1999 e il 2024, la produttività del lavoro nei paesi ad alto reddito è aumentata del 30%, mentre in Italia è diminuita di circa il 3%. Il divario salariale di genere in Italia è pari al 9,3%, uno dei più bassi tra i paesi dell'Unione europea, il cui livello medio si attesta al 14,3%.Secondo il segretario generale Uil, Pierpaolo Bombardieri, i dati "dimostrano" che «bisogna recuperare la perdita del potere d'acquisto e questo lo si fa rinnovando i contratti". Per Daniela Fumarola, segretaria generale della Cisl, i dati "confermano l'importanza di dare continuità e stabilità al percorso dei rinnovi contrattuali e di mettere in campo una politica dei redditi incentrata sul valore delle relazioni sociali e industriali».