Morta in gita a 19 anni, lo striscione degli amici e il minuto di silenzio. Indagini ed esami per capire la causa della tragedia
Disposta l’autopsia, la Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo
GROSSETO. «Brilla Auro». Lo striscione lo si vede sventolare da lontano, mentre da via de’ Barberi ci si avvicina alla sede del Polo tecnologico Manetti Porciatti che ospita l’indirizzo Cat (Costruzioni ambiente e territorio). La scrittura tondeggiante, tanti cuori, una stella: le forme ogni tanto si “disfano”, mosse dal vento, il bianco dello striscione brilla sotto il sole di questi giorni. Davanti ci passano i ragazzi e le ragazze. Vanno a scuola, ma oggi, mercoledì 19 marzo, alla Cittadella dello studente non è stato un giorno qualsiasi. Niente è come prima da martedì, da quando si saputo che Aurora Bellini, studentessa di Batignano, a soli 19 anni non c’è più.
Se ne è andata nella notte tra lunedì e martedì scorsi. Era in gita con i suoi compagni di classe, la quarta delle Tecnologie del legno. Secondo una prima ricostruzione, la giovane si è accasciata a terra in cabina. Immediato l’allarme da parte dei compagni e i soccorsi con l’intervento di una motovedetta della Capitaneria di porto. La nave, in quel momento, si trovava a una quarantina di miglia da Capri. Stavano andando da Napoli a Palermo per una gita, il tour della legalità.
Il minuto di silenzio
«Siamo storditi», dice veloce una insegnante all’uscita da scuola. Nessuno ha molta voglia di parlare. «Che parole ci possono essere?» mormora un ragazzo mentre si sistema la cartella. Così per ricordare la loro Aurora hanno scelto il silenzio. Prima di entrare a scuola, gli studenti e le studentesse dell’Aldi – in tanti conoscevano Aurora – si sono ritrovati fuori, di fronte al portone che varcano ogni giorno. Un minuto, sessanta secondi di totale raccoglimento.
Un minuto di silenzio è stato osservato anche al Manetti Porciatti, alle 12. Ognuno nella sua classe, nella propria intimità. Anche i compagni di Aurora, chi non era partito per quella gita, gli amici – tanti – che la giovane aveva a scuola. Nella sede del Cat è arrivato il dirigente scolastico, Angelo Costarella. «È stato un momento di condivisione, un tentativo di riuscire a realizzare cosa è successo, anche in preparazione ad accogliere i compagni che stanno tornando», spiegano alcuni insegnanti di Aurora. Nella sua classe hanno voluto ricordarla. «Abbiamo pensato alla sua solarità, legata a una semplicità dei modi». C’è chi ha sottolineato la cortesia quasi d’altri tempi di Aurora, chi ha raccontato la sua dolcezza e quella discrezione che la faceva sembrare riservata, anche se poi «è stata capace di crearsi una rete di tantissimi amici, anche al di fuori del proprio istituto. Ecco un’altra lezione: a suo modo, con le sue peculiarità, aveva trovato il suo posto». Aurora era anche un po’ fuori dagli schemi, con un animo artistico. Sì, lei l’arte l’amava. E infatti era stata tra le firme degli studenti che avevano realizzato, pochi mesi fa, il murale che ora accoglie chi arriva al Manetti Porciatti di via de’ Barberi.
I compagni
«È stata una giornata brutta, non ci si può rendere conto», conferma un’altra insegnante. Pochi i sorrisi che si vedono all’uscita da scuola. Di sicuro più avanti ci saranno altre iniziative per ricordare Aurora. I compagni di classe che erano in gita con Aurora sono arrivati a Grosseto oggi pomeriggio, in pullman. Domattina, 20 marzo, non saranno a scuola. Gli è stato concesso un giorno di assenza giustificata, un giorno in cui non devono rientrare a scuola. Lo faranno domani, con tutte le cautele del caso.
La procura
La salma invece resta giù. La procura di Torre Annunziata in rogatoria con quella di Nocera Inferiore (Salerno), ha disposto per domani, 20 marzo, l’autopsia sulla salma di Aurora per chiarire le cause del decesso. La Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, al momento contro ignoti. Poche le notizie arrivate a Grosseto. Ad ora l’ipotesi più accreditata è quella dell’infarto, malore che ha provocato l’arresto cardiocircolatorio fatale, ma non è esclusa alcuna pista. Sequestrati tutti gli oggetti della 19enne, tra cui il cellulare e alcuni farmaci. Sul caso indagano i militari della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia.
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