Il Tirreno

Grosseto

La tragedia in Sicilia

Aurora Bellini, l’opera d’arte della studentessa morta a 19 anni accoglie chi arriva a scuola


	Il murales di fronte alla scuola e Aurora Bellini
Il murales di fronte alla scuola e Aurora Bellini

Mite, dolce, riservata, con la scintilla dell’arte. In suo ricordo oggi alle 12 un minuto di silenzio

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GROSSETO. Mite, dolce, un po’ riservata, tranquilla. Qualità rare al giorno d’oggi, ma che sono proprio quelle che chi conosceva Aurora Bellini sceglie per descriverla. «Una ragazzina d’oro», sintetizza chi ha passato tanto tempo con lei, una studentessa di appena 19 anni che da quella gita in Sicilia, verso cui era partita lunedì scorso insieme ai compagni e alle compagne di classe, non tornerà più.

Il dolore e il silenzio dei compagni

Ieri neppure il suono della campanella che annuncia la fine delle lezioni aveva lo stesso rumore. Dal portone del Manetti Porciatti, nella sede di via de’ Barberi a Grosseto, sono usciti volti tristi e gli occhi gonfi e lucidi di chi non riesce a trattenere il pianto. «No no», riesce solo a dire uno studente all’uscita. Che, come altri e altre, ha il viso sconvolto. Non tutti i compagni di classe erano partiti per quella gita insieme ad Aurora e a una dozzina di ragazzi e ragazze. All’uscita di scuola – è comprensibile – le parole non riescono a farsi largo. Basta uno sguardo: il dolore, dicono gli occhi, è troppo grande.

Il murales davanti a scuola

Poco più di un mese fa, insieme a quegli stessi compagni e amici, Aurora aveva partecipato al progetto artistico che l’aveva trasformata in una street artist, dando così vita al murale che oggi dà il benvenuto all’ingresso della sede di via de’ Barberi. Il murale, dipinto nello spazio di fronte all’entrata della sede, esprime le tre anime del Cat (Costruzioni ambiente e territorio), con le lettere che raccolgono tre aspetti dell’attività di un tecnico. La C con le figure stilizzate che richiamano la progettazione espressa attraverso planimetrie e disegni e un paesaggio molto geometrico, la A dove invece vi si ritrovano gli strumenti e infine la T con i materiali impiegati in edilizia e dove emerge un territorio nella sua massima espressione. E anche Aurora aveva contribuito a realizzarlo. A lei l’arte, il dipingere, le piaceva.

Così come era appassionata di pattinaggio, insieme alla sorella. Aveva smesso da diversi anni, ma le piaceva tantissimo stare sui pattini.

Aurora viveva a Batignano, in quel piccolo paese in cui tutti si conoscono e in cui ieri, di fronte a un lutto simile, erano tutti sconvolti.

«Siamo attoniti», dice Roberto Mugnai, dirigente al Polo Aldi e vicepresidente nazionale del sindacato Dirigenti scuola. Lo conferma, se mai ce ne fosse bisogno: l’intera Cittadella dello studente (che riunisce diverse scuole cittadine, tra cui la sede del Manetti Porciatti frequentata da Aurora) è sotto choc. «Da me – aggiunge Mugnai – i ragazzi hanno chiesto di fare un minuto di silenzio in ricordo di questa compagna che conoscevano». Lì vedersi, salutarsi, conoscersi tra coetanei è semplice. Per ora altro non si dice.

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