Grosseto, centinaia di ossa trovate in via Saffi: il mistero e le ipotesi sulle origini
Il giallo si riapre, perché la presenza di un obitorio non giustifica la presenza di resti umani di 30/40 persone in quel luogo
GROSSETO. A un osservatore casuale che passeggia lungo via Saffi, per colore e forma, possono sembrare pezzi di vecchie tubazioni; del resto nel cantiere, sotto l’occhio dell’assessore ai lavori pubblici Riccardo Ginanneschi e nell’orbita della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio, si stanno smantellando gli ultimi resti dei sottoservizi dell’ex anagrafe. Invece quelli allineati su un grande “lenzuolo” bianco sono, in realtà, mucchi di ossa.
Il primo ritrovamento, il cold case e il mistero dimenticato
Venerdì 17 il primo ritrovamento, che destò scalpore in città. Un singolo frammento che fece galoppare l’immaginazione dei grossetani, che per giorni erano rimasti in attesa dei risultati delle analisi sulla datazione dei resti. L’ipotesi più probabile è che appartenesse a una salma che era transitata in quel punto decenni fa quando, prima ancora dell’anagrafe, lì sorgeva il vecchio ospedale della città.
Sul posto la polizia di Stato e la scientifica: quelle ossa erano appartenute a qualcuno, forse anche la vittima di un delitto. L’ipotesi di un cold case, un caso irrisolto come lo chiamano gli americani, non poteva essere scartata a priori. Lì vicino, poi, c’è la casa circondariale.
Come spesso succede in questi casi, però, il “giallo di via Saffi” è sbiadito con il passare del tempo; fin quasi a scomparire. Almeno fino a ieri mattina.
Una scoperta e il mistero si fa più grande
Questa volta il clamore è moltiplicato. Secondo le prime stime, i resti potrebbero appartenere a un numero che oscilla fra le 30 e le 40 persone. Ad aggiungere mistero il fatto che – secondo le prime ricostruzioni – i frammenti sarebbero stati rinvenuti nei pressi di una conduttura che, per materiali utilizzati e tipologia, indicativamente sembra risalire agli anni Quaranta del secolo scorso.
Fatto sta che i lavori vengono interrotti (temporaneamente: il cantiere non è sotto sequestro), vengono chiamate nuovamente la polizia di Stato e la scientifica, e sul posto arrivano anche gli agenti della polizia municipale.
In quel punto, si conferma, non esisteva un luogo destinato alle tumulazioni; sorgeva, piuttosto, l’obitorio. E questo spiega certamente la presenza delle ossa. Come queste siano finite lì dove sono state trovate, invece, è tutta un’altra storia.
Le analisi di laboratorio
I frammenti vengono chiusi in sacconi neri e caricati a bordo di un furgoncino, e infine trasportati dal personale di Sistema al cimitero comunale di Sterpeto. Con ogni probabilità sono destinati a essere inviati al dipartimento di medicina legale di Firenze per analisi e ulteriori accertamenti; come già il loro “predecessore”.
Per dare degna sepoltura ai resti si dovrà attendere il via libera della procura: gli uffici del pubblico ministero presso il tribunale ordinario hanno posto l’intero materiale (frammisto al quale pare ci siano anche dei cocci) sotto sequestro.
Nuove indagini prendono dunque il via, e con esse nuove speculazioni. Il “giallo di via Saffi” è più giallo che mai.