Il Tirreno

Grosseto

Turismo e natura

Parco della Maremma, boom del turismo invernale: cosa attira i visitatori e il “segreto” di questo successo

di Elisabetta Giorgi

	La spiaggia di Collelungo
La spiaggia di Collelungo

I biglietti di novembre e dicembre 2024 sono il doppio di quelli del 2023. Alcuni agriturismi stanno lavorando a pacchetti di soggiorno ed escursioni anche nei mesi “scarichi”

3 MINUTI DI LETTURA





ALBERESE. Fino a pochi anni fa l’inverno era un periodo di pausa per le escursioni. Negli ultimi tempi il trekking invernale alla scoperta della natura ha preso a coinvolgere sempre più appassionati.

Succede al Parco della Maremma, dove il turismo invernale sta crescendo e non poco. Praticamente raddoppia. Leggendo i dati dei biglietti venduti nei mesi invernali e resi ora disponibili al Tirreno, a sorprendere sono le variazioni percentuali rispetto all’anno recedente, che superano in alcuni casi il 100%.

Sono 1505 i biglietti staccati nel mese di novembre del 2024 (sommando i 1437 biglietti degli itinerari e i 68 ticket online), e 1447 quelli del mese di dicembre 2024 (quindi 3mila persone nei due mesi), contro i 764 biglietti staccati nel novembre 2023 e i 968 del dicembre 2023 (1732 visitatori nei due mesi). Quasi un raddoppio.

A cos’è dovuta questa differenza così ampia? Per il presidente del Parco della Maremma Simone Rusci le ragioni sono diverse. «Nell’appeal del Parco come meta per le escursioni hanno sicuramente inciso il bel tempo e le temperature miti, che sono tuttavia paragonabili con quelle dell’anno precedente». E dunque cos’altro ha influito?

Un risultato importante, ma non determinante, «lo hanno conseguito i tre eventi gratuiti organizzati dal Parco sul tema del lupo (la trilogia del lupo), che hanno portato al granaio lorenese oltre 300 persone tra novembre e dicembre».

Un punto sostanziale è sicuramente «una diversa percezione del Parco che si sta diffondendo sempre di più sia tra i visitatori locali che tra quelli giunti da fuori, secondo la quale un parco naturale non ha una “stagione” di apertura, ma che anzi in tutte le stagioni è possibile fare attività all’aperto. Anzi sono proprio i mesi invernali quelli nei quali è più facile avvistare animali, sia mammiferi come il lupo, la volpe, i daini e i cinghiali, sia le molte specie di uccelli che svernano nelle aree umide e nei boschi dell’area protetta». Proprio l’inverno regala incontri inattesi. Inoltre «gli inverni sempre più miti, così come gli inizi della primavera e il tardo autunno, consentono di camminare in condizioni ottimali senza l’affanno della calura estiva». Numeri così alti registrati per la prima volta nei mesi freddi sono i primi segni di una “destagionalizzazione” da tempo cercata e che a detta del Parco «è un obiettivo fondamentale per il nostro territorio. Un risultato preliminare e non definitivo che ha bisogno di sinergie tra i diversi soggetti: agriturismi, ristoratori, operatori turistici e istituzioni».

Su questo fronte qualcosa si sta muovendo, con alcuni agriturismi che stanno lavorando a pacchetti di “soggiorno + escursioni” anche nei mesi tradizionalmente “scarichi”. Un lavoro congiunto con l’ente, che offre la possibilità di combinare a buon prezzo le possibilità escursionistiche con i pernottamenti delle strutture private. Altro interessante volano di crescita è quello delle associazioni trekking che da fuori provincia e fuori regione organizzano uscite tematiche nel Parco. «Un risultato da consolidare e dar far crescere, ma che insieme al turismo scolastico sta dando risultati importanti». Una destagionalizzazione per la quale il territorio sembra vocato ma cui mancano ancora iniziative organizzata e la voglia di scommettere.


 

Primo piano
Il caso

Calcinaia, morto a 26 anni nell’assalto alla cassaforte che esplode: caccia a un complice

di Sabrina Chiellini
Sportello legale