Influenza e polmoniti, posti letto pieni. A Grosseto due casi anche in terapia intensiva
Antonio Perrella (Pneumologia): «Quest’anno il virus è aggressivo, ecco alcuni consigli»
GROSSETO. Da novembre è un continuo. Un letto nel reparto di pneumologia all’ospedale di Grosseto non fa in tempo a liberarsi che subito arriva un nuovo paziente. «In questo periodo in particolar modo: tutti i posti che abbiamo a disposizione sono pieni», dice Antonello Perrella, primario del reparto di pneumologia all’ospedale di Grosseto. Sia nella degenza ordinaria – con dieci postazioni – sia nei quattro letti in terapia intensiva respiratoria. Una buona fetta – praticamente uno su tre, che diventa uno su due se ci sposta nella terapia intensiva – arriva a causa del virus influenzale, con polmoniti e insufficienze respiratorie.
La situazione
«Al momento – spiega il dottor Perrella – abbiamo cinque ricoverati a causa del virus influenzale sui 14 posti totali, di cui due – su quattro posti – in terapia intensiva respiratoria per polmonite dovuta all’influenza. Gli altri casi invece sono riferibili ad altre patologie respiratorie».
In questo periodo praticamente tutte le polmoniti che si vedono in pneumologia sono causate dall’influenza. Polmoniti che si portano dietro complicazioni – l’insufficienza respiratoria – che si manifestano con vari quadri di gravità: «Ci sono i pazienti ricoverati in degenza ordinaria con sintomi tutto sommato lievi e altri in cui l’insufficienza respiratoria è molto grave», sintetizza Perrella.
Situazione peggiore
Quest’anno, rispetto a quelli passati, la situazione è «un po’ peggiorata», ammette Perrella. Chi in città non s’è imbattuto in tosse, febbrone e marcata debolezza? Però intanto in ospedale – tra pronto soccorso e tutti i reparti medici – «possiamo stimare un aumento del 50 per cento degli accessi complessivi causato dall’influenza. Non parliamo quindi solo di pazienti ricoverati» aggiunge Perrella.
L’influenza
Fatto sta che H1N1, come si chiama il virus influenzale, stavolta «è particolarmente aggressivo», conferma Perrella. «L’influenza – spiega il primario – era scomparsa per il periodo covid. Fino al 2023, con l’obbligo di portare le mascherine, la sindrome influenzale non si presentava. L’anno scorso invece l’influenza è ritornata a buoni livelli, con casi anche al di fuori del periodo della stagionalità come in estate».
E adesso è arrivato il “pienone”. «Anche il pronto soccorso – aggiunge Perrella – sta avendo numeri elevatissimi per l’influenza che si può manifestare con una “semplice” febbre con brividi e dolori articolari o con quadri molto più impegnativi, tra cui appunto le polmoniti da virus influenzale e anche con lieve, moderata oppure grave insufficienza respiratoria». Questo perché «il virus influenzale – spiega Perrella – ha un’affinità molto forte per la mucosa dell’apparato respiratorio. Pertanto ha un impatto negativo sia in pazienti che non hanno alcuna patologia respiratoria preesistente, sia – e a maggior ragione – su pazienti che soffrono già di bronchite cronica o asma. In questi ultimi casi la sintomatologia sarà più importante e pericolosa. Per questo è fondamentale la campagna di vaccinazione per tutte le persone fragili, in particolare per questa categoria di pazienti».
Chi colpisce
E qui si arriva al discorso anagrafico, nel senso chi colpisce il virus con queste forme respiratorie. «Tendenzialmente – spiega Perrella – il range in età giovanile è difficile che vada incontro a quadri di insufficienza respiratoria, restando sui sintomi classici come febbre. Però fome anche più gravi non colpisce solo le persone anziane, che costituiscono comunque la maggioranza dei casi. Al momento abbiamo anche casi di cinquantenni ricoverati. Non c’è una categoria protetta: si vedono delle gravi infezioni da virus influenzali anche in persone giovani (40-50 anni) e nei giovani adulti, che quindi devono ricorrere all’ospedale. Il virus influenzale non risparmia nessun range d’età, soprattutto in casi con patologie respiratorie pregresse e nei fumatori», aggiunge Perrella.
I consigli
Ma cosa si può fare? «La prima cosa – sottolinea il dottore – è vaccinarsi. Io lo consiglio anche a chi non rientra nella categoria dei pazienti più fragili. Poi, appena si vedono i primi sintomi dell’influenza, è bene rivolgersi al proprio medico curante di medicina generale, che prescriverà una terapia sintomatica con antinfiammatori. L’errore che si fa più spesso è ignorare i sintomi o autocurarsi».