Sull’Amiata è finita la neve: «Non possiamo nemmeno sparare quella artificiale», il motivo e l’invaso prosciugato
La situazione attuale la spiega nei dettagli Umberto Papi, responsabile impianti di risalita: «Abbiamo notato che l’acqua era calata drasticamente all’interno del laghetto e alla fine abbiamo trovato un foro all’interno del telo»
CASTEL DEL PIANO. La stagione invernale dello sci sul versante grossetano dell’Amiata continua ad essere bloccata, in attesa di una bella nevicata, che potrebbe arrivare non prima del 22 gennaio, oppure di un po’ di pioggia per riempire l’invaso di Pratolungo, che si trova in una zona tra Macinaie e Contessa, e che viene utilizzato dalla società Isa per l’innevamento artificiale.
Cosa sta succedendo
In questi giorni, dopo la chiusura del 3 gennaio, la neve naturale è stata portata via dallo scirocco, da tanto sole e in questi ultimi giorni dal vento. È vero che le temperature si sono abbassate, ma le condizioni, vento e umidità, non hanno nemmeno permesso di sparare della neve artificiale. Ma alla base di tutto c’è però la mancanza di precipitazioni, che non permettono di avere l’acqua sufficiente per produrre neve. «Senza acqua non si fa niente – mastica amaro Luciano Porcelloni, vicepresidente Isa – quella disponibile l’abbiamo utilizzata per l’innevamento delle pista per Natale. D’altronde è piovuto il 50% in meno dell’anno scorso e ne ha risentito anche il nostro invaso». La situazione attuale la spiega nei dettagli Umberto Papi, responsabile impianti di risalita: «Alla fine dell’estate, tra agosto e settembre – un periodo nel quale iniziamo a fare manutenzione sull’invaso, controllato 12 mesi all’anno, per poter essere pronti per l’innevamento in inverno, abbiamo notato che l’acqua era calata drasticamente all’interno del laghetto e alla fine abbiamo trovato un foro all’interno del telo, che è stato installato al momento della creazione del lago e non è mai stato cambiato e quindi ha dovuto fare i conti con l’usura del tempo. All’interno del telo si era formata questa voragine che aveva portato via tutta l’acqua. Ci siamo subito attivati con la ditta che ci ha sempre fatto le riparazioni che per ragioni di sicurezza ha svuotato l’invaso e ha sistemato il buco».
I numeri
Umberto Papi fa presente che «l’invaso si riempie solo e attraverso l’acqua piovana e quindi eravamo speranzosi, sicuri che ci fossero piogge forti o costanti che portassero l’acqua all’interno dell’invaso, per poterlo riempire agevolmente. Purtroppo questo non è accaduto. In più va considerato che la prima acqua dell’autunno viene fatta defluire all’esterno, per evitare che possa trascinare dentro il fogliame e i detriti dell’estate. Il laghetto non si è mai riempito: siamo infatti arrivati ad avere, su un massimo di 13-15. 000 metri cubi, ai primi di dicembre intorno ai 5. 000 metri cubi». E quei 5. 000 sono stati fondamentali per garantire una settimana da record. «Abbiamo fatto quello che potevamo – prosegue Umberto Papi – attraverso il freddo che è arrivato durante le vacanze di Natale, per poter aprire più piste possibili, partendo dal basso per arrivare all’alto, ma l’acqua era poca e non abbiamo potuto coprire tutte le piste. La settimana di scirocco, a inizio anno, ha fatto perdere la neve artificiale e quella naturale. Siamo stati costretti alla chiusura; il laghetto di Pratolungo in questi giorni si è riempito attraverso la neve che si è sciolta, non a sufficienza per poter ripartire con le pompe di carico, che partono da un livello più alto per non sparare fango e fogliame. Non è stato tra l’altro possibile nemmeno utilizzare il laghetto verde di Abbadia San Salvatore, fermo ormai, per vari problemi, dal 2019». «Un finanziamento del Ministero del Turismo – conclude Porcelloni – che ci è stato confermato a novembre, ci permetterà di sistemare l’invaso di Pratolungo, il suo telo e le sponde, ma se non arriverà un po’ d’acqua sarà tutto vano».