Il Tirreno

Grosseto

Il caso

Grosseto, blitz da Maury’s e il furto di bottiglie alla Coop: chi sono i due arrestati

di Pierluigi Sposato
In alto il punto vendita Maury’s di via Teano dove era avvenuta la tentata rapina
In alto il punto vendita Maury’s di via Teano dove era avvenuta la tentata rapina

Devono rispondere in concorso nella tentata rapina con minacce di morte

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GROSSETO. Nuovo guaio giudiziario per Mohamed Jawher Jelliti, cittadino tunisino di 25 anni. Perché oltre alle accuse per i fatti di sangue del dicembre dell’anno scorso in via della Pace (un’aggressione con il coltello) per il quale dovrà comparire a breve all’udienza preliminare insieme ad altri due cittadini stranieri (uno dei quali ha l’accusa di tentato omicidio) adesso ha anche un’imputazione per il concorso nella tentata rapina impropria al supermercato Maury’s di via Teano, con lesioni alla commessa, e nel successivo furto di alcolici al supermercato Coop di via Inghilterra, episodi entrambi risalenti alla mattina dell’11 novembre scorso.

Jelliti è già in carcere per questioni relative a sostanze stupefacenti e qui è stato raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare che riguarda lui e la sua presunta complice, Letizia Niccolini, 33 anni, quest’ultima messa agli arresti domiciliari. La giovane donna è indagata perché avrebbe cercato di portar via prodotti vari, tra cui una confezione di croccantini per gatto, dagli scaffali del Maury’s. Quando la direttrice del negozio Anna Maria Solito le aveva intimato di venire alla cassa e pagare la merce, la giovane donna prima avrebbe preso tempo e poi avrebbe tirato fuori dal borsone nero portato a tracolla e apparso al personale particolarmente gonfio soltanto i croccantini, dicendo che aveva preso soltanto quelli. Invitata a esibire il resto, anche perché nel supermercato ci sono le telecamere e i suoi movimenti erano stati tracciati, la donna poi identificata per Niccolini aveva dichiarato di non avere altro e si era diretta all’uscita. Una commessa che si era frapposta insieme ad altri colleghi, Fatima Candolfi, era stata spintonata, strattonata e tirata per i capelli: dalla tasca di quest’ultima era caduto un taglierino utilizzata per lavoro che Niccolini avrebbe afferrato e puntato alla gola della direttrice. «Levati perché ti ammazzo».

La giovane era poi uscita con la borsa, correndo verso la Fiat 500 di colore nero di cui era stata presa la targa. L’auto era fuggita verso via Scansanese. Ma prima l’uomo che era al volante avrebbe fatto il cenno di uscire gridando qualche parola minacciosa nei confronti di chi li stava seguendo e riprendendo. La foto di Niccolini all’interno di Maury’s era stata mostrata ai carabinieri che avevano raccolto le dichiarazioni di direttrice e commessa. Quest’ultima era rimasta contusa (e ciò ha costituito un’ulteriore contestazione) ma si era anche vista lanciare al petto il taglierino che le era caduto, dopo le minacce di morte alla direttrice. Al volante della 500, con il compito di fare da palo, ci sarebbe stato Jelliti. Erano le 11,30.

Dieci minuti dopo era arrivato un nuovo allarme ai carabinieri, perché c’era stato un furto di bottiglie di alcoli e di un salame alla Coop di via Inghilterra: due persone si erano presentate alla cassa pagando soltanto una parte della merce, quando il personale in servizio aveva chiesto conto degli altri articoli la ragazza con il borsone non si era fermata. Anche in questo caso gli autori sarebbero stati Niccolini e Jellati, poi riconosciuti anche attraverso le foto.

Completate le indagini, la Procura ha chiesto la misura cautelare per entrambi, eseguita nei giorni scorsi. Le indagini dei carabinieri si sono articolate sulle querele sporte dalle vittime dei due episodi, sulla raccolta delle testimonianze, sui riconoscimenti fotografici, sui riscontri dalle immagini di videocamere interne. Gli elementi combaciavano, Jelliti e Niccolini erano stati individuati e denunciati, poi sono stati raggiunti dalla misura cautelare. Il giudice delle indagini preliminari ha valutato gravi le condotte tenute (le minacce con una lama puntata al collo) e ha messo in evidenza il lasso di tempo molto breve in cui i due blitz si sono tenuti. Jelliti deve stare in carcere (dove appunto è già detenuto) anche per i precedenti e perché è senza fissa dimora. Niccolini ha un precedente. Gli interrogatori di garanzia si terranno a breve. Gli imputati sono assistiti dall’avvocato Giulio Parenti.




 

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