Il Tirreno

Grosseto

Carta del docente tolta ai precari Flc Cgil alla carica: «Fate diffida»

di Maurizio Caldarelli
Carta del docente tolta ai precari Flc Cgil alla carica: «Fate diffida»

Il governo Meloni “sfila” a chi non è di ruolo i 500 euro previsti dall’esecutivo Renzi intanto una prof maremmana vince il ricorso al Tar: ministero condannato a pagare

20 ottobre 2024
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GROSSETO. La Carta del docente, il bonus riservato agli insegnanti istituito dal governo Renzi con la legge 107 del 2016, è in questi giorni al centro di un acceso dibattito; dal quale la Maremma non è esente.

Con lo sblocco delle funzioni della carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione, avvenuto lo scorso 14 ottobre, con oltre due mesi di ritardo rispetto al passato (nei quali ci sono state voci su eventuali abbassamenti della cifra di 80 euro per avere le risorse per allargare la card ai precari) è venuta a galla un’amara sorpresa per i docenti precari, quelli a tempo determinato, che non potranno più avere il sussidio di 500 euro.

«I docenti con contratto a tempo determinato hanno gli stessi diritti ed obblighi del personale di ruolo – tuona Alessandra Vegni, segretaria Flc Cgil Grosseto – Svolgono anche gli stessi compiti dei docenti di ruolo. Però, da questo anno scolastico per loro niente più “bonus” e senza un minimo preavviso».

I docenti precari non si vedranno riconoscere la carta elettronica che mette a disposizione fondi per l’aggiornamento e la formazione. Il suo importo è pari a 500 euro annui. Salvo improbabili sorprese nella prossima legge di bilancio, chi ha un contratto a tempo determinato non vedrà un euro.

«C’è anche da dire – precisa Vegni – che i docenti a tempo determinato con nomina al 31 agosto, che ne hanno fruito nell’anno scolastico 2023/24 ma che non hanno speso l’intero importo entro il 31 agosto 2024, rischiano di perdere anche le eventuali somme residue». Come accenna la segretaria della Cgil, non è stata confermata la norma prevista dal Dl “Infrazioni” del 13 giugno 2023, che estendeva ai docenti con incarico al 31 agosto il riconoscimento della card. Oltre a questo sono state azzerate le somme non spese entro il 31 agosto 2024. Un altro elemento che ha creato malumori, visto che molti insegnanti erano abituati a lasciare un residuo per fare poi una spesa importante per la propria formazione, con l’acquisto di pc o tablet.

«Il governo e il ministero forse vogliono creare una spaccatura all’interno del personale docente – prosegue Vegni – Così, oltre a un precariato diffuso, creano una ulteriore divisione anche tramite una misura che crea insegnanti di serie A e di serie B. Quelli che hanno un contratto a tempo determinato vengono così ulteriormente penalizzati».

Anche la Flc Cgil a livello nazionale parla di questa misura come un atto vessatorio e discriminante nei confronti del personale docente a tempo determinato. «Vorrei far notare che nel Dpcm del 28 giugno 2016 che regola l’utilizzo della carta – dice Vegni – è previsto chiaramente che le somme non spese entro la fine dell’anno scolastico possano essere utilizzate l’anno successivo. E che il mancato riconoscimento della carta docente anche al personale insegnante con contratto a tempo determinato è stato già fortemente sanzionato tanto dalla Corte di Giustizia europea che dalla Corte di Cassazione, ma il governo continua con queste misure».

La situazione è controversa e molti docenti precari si sono rivolti a un legale per far valere i propri diritti. «Negli ultimi tre anni – viene sottolineato da un’insegnante – ho avuto tramite la graduatoria provinciale un contratto con scadenza al 30 giugno. Mi sono rivolta a un avvocato per rivendicare il diritto al bonus e il giudice ha accolto il mio ricorso e sono in attesa di di accedere al portale».

Il Tar della Toscana ha pubblicato giovedì scorso una sentenza con la quale il Tribunale, in funzione di giudice del lavoro, ha accertato e dichiarato il diritto della ricorrente si ottenere la “Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di ruolo delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado”, condannando il ministero alle spese processuali.

«Invitiamo i docenti con contratto a tempo determinato con supplenza annuale – conclude Alessandra Vegni – a compilare il modello di diffida che mettiamo a disposizione. Servirà a tutelare il loro diritto al riconoscimento della carta docente per l’anno corrente e all’attribuzione dei residui».


 

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