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Marina di Grosseto, una tomba per la tartaruga di terra scambiata per una Caretta: «Gettata in acqua per ignoranza»

di Nicole Terribile
Marina di Grosseto, una tomba per la tartaruga di terra scambiata per una Caretta: «Gettata in acqua per ignoranza»

A trovarla ormai prima di vita sono stati i volontari dell’organizzazione Tartamare, dopo la segnalazione di due turisti tedeschi

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MARINA DI GROSSETO.  Che si sia trattato di un errore in buona fede, di una curiosità finita in malo modo o di un semplice incidente poco importa. La tartaruga Marina è morta sulla spiaggia in località Le Marze, tra Marina e Castiglione della Pescaia, probabilmente dopo essere affogata.

Potrebbe essere stata scambiata da qualcuno per una tartaruga di mare e gettata in acqua, e invece lei – chiamata Marina dai volontari di Tartamare che avevano cercato di salvarla – era una Testudo hermanni, comunemente detta tartaruga di terra. Adesso, riposa sotto una lapide di sabbia e legno, vicino alle dune: «Qui giace Marina, tartaruga di terra vittima dell’ignoranza».

A trovarla ormai prima di vita sono stati i volontari dell’organizzazione Tartamare, dopo la segnalazione di due turisti tedeschi. «Ci hanno chiamato dicendo che avevano visto una tartaruga in spiaggia, ma questa non si muoveva, né rientrava nel suo guscio. Parlavano poco inglese e la comunicazione andava e veniva, sicché è stato molto difficile capire cosa fosse successo», racconta Martina Cristini, team leader di Tartamare che ha risposto alla segnalazione insieme ad altri due tirocinanti e a una volontaria.

«Ho chiesto loro di mandarmi la posizione e ci siamo precipitati lì. I due turisti avevano degli impegni e se ne sono dovuti andare. Quando siamo arrivati – continua – non vedevamo niente. La donna con la quale avevo parlato mi aveva fatto capire che aveva maneggiato la tartaruga, quindi ho pensato si trattasse di una non troppo grande, o che ci fosse stata la schiusa di un nido che non avevamo ancora identificato», racconta.

Mentre erano lì, si è avvicinata un’altra coppia di bagnanti che ha indicato loro il punto dove era la tartaruga, per poi aiutarli nelle ricerche.

«D’un tratto, la donna ha iniziato a sbracciare. Mi sono avvicinata e l’uomo che era con lei stava indicando un punto: la tartaruga era lì. Era bagnata. Ho provato a muoverla e a rianimarla, ma aveva le zampe dure e non reagiva. Non c’era più niente da fare», continua Cristini.

Dopo qualche istante di sconforto per non essere riusciti a salvare la tartaruga, Martina e gli altri hanno scavato per lei una buca vicino alle dune e realizzato una sorta di lapide con un legno. L’hanno chiamata Marina, come la natura della testuggine per cui è stata scambiata.

L’appello di Tartamare

È probabile che qualcuno, avendola vista sulla spiaggia, abbia provato a mettere Marina nell’acqua. «Le tartarughe di terra e di mare sono molto diverse: le prime hanno gli artigli, le seconde le pinne. Quelle di terra hanno il guscio più bombato, quelle marine più allungato», spiega Cristini.

Secondo Tartamare, Marina è morta a causa di «un'ignoranza che poteva essere colmata in pochi minuti: la morte di Marina si sarebbe potuta evitare con una chiamata, prima di agire, a un ente competente o anche con una semplice ricerca su internet. Se non si è certi di qualcosa è doveroso informarsi prima di agire. Tante volte, non agire è la soluzione migliore. Non tutti gli animali che incontriamo sono in difficoltà e a volte la difficoltà in cui si trovano può essere anche aggravata da un aiuto non adeguato alle circostanze».

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